Il Re di Bangkok
Claudio Sopranzetti, Sara Fabbri, Chiara Natalucci
Add editore, 224 pp., 19,50 euro
Bangkok, sta a cavallo del confine tra acre e dolce, soffice e duro, sacro e profano. E’ una sega circolare di seta, un martello pneumatico laccato, una seduzione cinta d’acciaio, una preghiera digitale” ha scritto Tom Robbins nel romanzo “Villa Incognito”. Nei disegni e nelle parole che raccontano la storia di Nok, “Il Re di Bangkok” prende forma la definizione dello psichedelico “fuorilegge della letteratura”. Robbins si orienterebbe bene tra le pagine di questa graphic-novel, come accade a chi sia abituato a perdersi e ritrovarsi tra i soi, le vie e i vicoli, di Bangkok.
Il Re di Bangkok è anch’esso una storia carica di visioni, simboli, contraddizioni, in bilico tra realtà e surrealtà, tra tradizione, modernità, e postmodernità, tra i diversi piani e le dimensioni di un mondo sempre più diviso. Diceva un Ajarn, un maestro, di meditazione: “A Bangkok vivi nella sensazione di questo sottile equilibrio tra il dukka, l’inevitabile sofferenza che segna l’esistenza, e il tentativo di cogliere ogni attimo di piacere che ti offre la vita”. Bangkok, del resto, è stata anche definita come la “città del collasso”: la città vecchia e quella nuova non si sono trasformate in qualcos’altro, sono collassate nello stesso punto, combaciano.
In questo laboratorio della complessità, Nok ci fa da guida quale “padrone della mappa”. In uno dei passaggi della sua vita, è stato guidatore di mototaxi, uno degli “Owners of the map”, del saggio di Claudio Sopranzetti, uno degli autori di questo libro. Ricercatore in antropologia politica all’Università di Oxford che da oltre dieci anni ha il suo territorio di studi in Thailandia, Sopranzetti ha identificato nei guidatori di mototaxi non solo coloro che meglio di chiunque altro si muovono tra le pieghe di Bangkok, ma anche i protagonisti della ribellione che nel 2010 occupò il centro della megalopoli trasformandolo in un villaggio dell’Isaan, la regione più povera della Thailandia.
La mappa del “Re di Bangkok” non si limita a quel momento, né è chiusa nei confini della capitale. Questa graphic novel rappresenta la Thailandia intera e la sua storia degli ultimi trentacinque anni intersecando luoghi e avvenimenti secondo coordinate psicogeografiche: i full moon party di Kho Phangan, i ritiri dei monaci della foresta, il boom economico, la crisi delle borse asiatiche, gli shopping mall e gli slum, la ya baa (le metanfetamine che sono la droga dello sviluppo) e la magia (che ne è il rifugio mentale), le contrapposizioni sociopolitiche tra ammart (l’élite) e phrai (il popolo), il sesso, il turismo e il misticismo.
Un lavoro basato sullo studio di Sopranzetti e sulla ricerca sul campo degli altri autori – Sara Fabbri, illustratrice cui si devono disegni tanto espressivi quanto realistici, e l’operatrice editoriale Chiara Natalucci – che hanno raccolto un archivio fotografico e cinematografico di oltre cinquemila voci. Ricerca che ha permesso di superare gli stereotipi sin troppo diffusi sulla Thailandia, esorcizzandoli nella realtà storica e antropologica.
IL RE DI BANGKOK
Claudio Sopranzetti, Sara Fabbri, Chiara Natalucci
Add editore, 224 pp., 19,50 euro
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