Gli estivi
Recensione del libro di Luca Ricci edito da La nave di Teseo, 229 pp., 18 euro
Agosto al Circeo. La partenza da Roma che con il suo volto comico e caricaturale è “una barzelletta eterna” dove gli unici che resistono sono i grattacheccari con granite dai colori improbabili. Le code sulla Pontina “che accadono”, l’aria condizionata che non è mai abbastanza, il caldo che dà alla testa e lo squallore che in alcuni casi diventa persino “eccitante”. L’arrivo al mare, le ville che si somigliano, quelle più belle che non si vedono, le cancellate in ferro battuto adornate di fiori. Gli sguardi, le voci e i saluti ritrovati, i tavoli all’aperto, i colori, i sapori, i corpi nudi, l’odore delle creme solari, quello dei gamberi e dei calamari, i libri da leggere, i tormentoni musicali, le relazioni umane che sono spesso maniacali e superficiali, ma “fanno sanguinare pur restando effimere”. Gli amori sono quasi sempre passioni, un po’ come i gelati, gli aperitivi, i vodka lemon e i bicchieri della staffa che non finiscono mai, i pranzi di ferragosto e i cassonetti “rigurgitanti” di teglie d’alluminio, di cocomeri e bucce. La socializzazione è “esasperata” e gli antidepressivi fanno stare in pace con il mondo, ma l’amico editore è sempre il solito romantico sconfitto dalle donne e negli affari mentre il tempo commuove “solo perché trascorre”.
In quella sospensione dalla realtà che è l’estate, le giornate di un funzionario Rai cinquantenne che fa lo scrittore sono scandite da tutto questo e dalla monotonia, dai non detti, dai rimpianti e dai sogni. Di un matrimonio diverso e forse felice? No, perché il suo con Ester, che dura da trent’anni, lo è, ma quel sacramento vive di leggi proprie che non hanno nulla a che vedere con il buon senso, figuriamoci con la logica. Si fonda sulla follia evidente della “pianificazione”, gli farà notare la moglie, ed è un atto di fondazione. Solo l’amore è un terremoto ed è per questo che chi si ama non dovrebbe mai sposarsi e chi si sposa non dovrebbe mai amarsi. L’amore è così uno scavare e un toccare il fondo, un qualcosa che “finché non si capisce si continua a provare”. A lui capita “d’improvviso” e “a tradimento” durante una notte di San Lorenzo quando vede lei, una ragazzina di nome Teresa, che diventa così la sua Maga Circe di cui quasi prova vergogna, un desiderio non espresso ed esaudito da una stella non vista. In quell’estate e nelle successive quattordici, tra loro accade sempre molto poco, perché a prevalere è un gioco di accuse e di ripicche, di tranelli e di tradimenti, un esercizio di crudeltà che non è poi così lontano dalla trama sottile di cui è fatta ogni vera storia d’amore.
Dopo Gli autunnali, Luca Ricci torna a parlarci delle stagioni come solo lui sa fare, ma soprattutto di sentimenti, un tema che gli sta molto a cuore (recuperate anche il suo L’amore e altre forme d’odio). In queste pagine l’amore diventa un’ossessione e lui dimostra ancora una volta di conoscere davvero le cose del mondo, ma soprattutto di saper fissare il muro e sapere le cose degli uomini.
GLI ESTIVI
Luca Ricci
La nave di Teseo, 229 pp., 18 euro