La traversata
La recensione del libro di Philippe Lançon, E/o, 460 pp., 19 euro
E’una mattina fresca, il cielo è nuvoloso ma non piove. Siamo a Parigi ed è il 7 gennaio del 2015. Il libro di Houellebecq, Sottomissione, è da oggi disponibile sugli scaffali di tutte le librerie di Francia. Philippe Lançon, cronista di Charlie Hebdo, dopo aver parlato via FaceTime con la sua fidanzata a New York, esce di casa, indossa un giaccone pesante e un berretto di lana grezza, inforca la sua bicicletta ed è indeciso se recarsi prima da Libération, di cui è critico letterario, o passare da Charlie, ad assistere alla quotidiana riunione di redazione. Sulla strada verso il giornale si ferma a bere uno yogurt da Monoprix ed è in quel momento che decide di fermarsi prima da Charlie Hebdo. Sliding doors. Al suo arrivo nei locali al numero 10 di rue Nicolas Appert, nell’XI arondissement, la riunione è già iniziata. Tutto procede come di regola: Wolinski disegna sul suo blocco, Cabu spilucca una brioche, mentre gli altri dibattono su Houellebecq, la cui caricatura campeggia in prima pagina: il famoso scrittore è ritratto “tipo barbone livido e allucinato con la sigaretta in mano, il naso da ubriacone e il cappello a cono con le stelline, come all’indomani di una festa dove avesse bevuto troppo e male”. L’aveva disegnata Luz, che quella mattina era in ritardo. Poi alle 11.25, “forse le 11.28” di colpo, due uomini vestiti di nero e armati di ak47 fanno irruzione e cominciano a sparare all’impazzata lasciandosi alle spalel una scia di dolore e morte che conta dodici morti e undici feriti. Una carneficina. Philippe Lançon resta per terra, in un lago di sangue. E’ ancora vivo ma una pallottola lo ha sfigurato distruggendogli la parte bassa del viso: mandibola destra, parte del labbro inferiore, denti. La traversata, edito in Italia da e/o, racconta il percorso straziante e faticoso costellato di incubi mostruosi e dolori inenarrabili mitigati da dosi massicce di morfina che Lançon ha dovuto sostenere dopo questo tragico evento che irrimediabilmente ha cambiato per sempre la sua esistenza. Due ospedali, quindici operazioni chirurgiche, nove mesi di ricovero con due agenti armati davanti alla porta della sua camera a fargli da angeli custodi. Vestendo i panni di una specie di Caronte di se stesso, Lançon ci porta a spasso tra gli inferi della sua odissea ospedaliera descrivendo in maniera cruda e sconvolgente l’orrore del limbo in cui è rimasto intrappolato. Una traversata appunto, durante la quale impareremo a conoscere tutte le persone che gli rimarranno accanto e che diventeranno per lui gli unici punti di contatto con il mondo esterno, come la sua ex moglie Marilyn, l’attuale compagna Gabriela o il fratello Arnaud che non lo lascerà mai solo un attimo, come se “il nostro legame fosse stato rinsaldato dalla prospettiva della morte”.
Merita una lode speciale inoltre un altro personaggio fondamentale del libro, “una donna che conoscevo poco ma che nella mia vita assunse un’importanza smisurata: Chloé la mia chirurga”. Da leggere, per ricordare quel giorno in cui tutti eravamo Charlie, salvo dimenticarcene poche ore dopo.
LA TRAVERSATA
Philippe Lançon
E/o, 460 pp., 19 euro
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