Il profumo nel mondo antico
La recensione del libro di Giuseppe Squillace (Olschki, 280 pp., 22 euro)
Originario dell’isola di Lesbo, dove era nato fra il 372 e il 370 a.C., Teofrasto divenne amico di Aristotele al tempo della comune frequentazione dell’Accademia, la celebre scuola ateniese fondata e diretta da Platone; e quando, alla morte del Maestro, Aristotele decise di lasciare l’Accademia, Teofrasto lo seguì, inizialmente collaborando con lui e poi dedicandosi a studi personali nella natia Lesbo. Nel 335, accolse l’invito di Aristotele a raggiungerlo ad Atene, ove divenne la figura di spicco del Liceo, di cui, alla morte del grande fondatore, diventò la guida, ruolo che mantenne sino alla morte, che lo colse nel 288. Fedele all’impostazione enciclopedica del sapere aristotelico, Teofrasto scrisse numerose opere, spaziando dalla fisica alla metafisica, dall’etica alla politica, dalla botanica alla zoologia alla psicologia. Tenendo conto di ciò, non sorprende che il Nostro abbia redatto anche un opuscolo intitolato Sugli odori, del quale Giuseppe Squillace propone il testo greco e la prima traduzione italiana, collocandolo al centro di questo suo raffinato volume, in cui sono accolte numerose altre testimonianze di autori antichi riguardanti il mondo dei profumi, che si presenta ricco di molteplici significati. Fino dall’età del bronzo gli uomini si erano dedicati alla produzione di essenze ma, come ricorda Squillace, nessuno, prima di Teofrasto, “aveva indagato in maniera così approfondita e puntuale il tema distinguendo le diverse componenti aromatiche, indicandone le caratteristiche, evidenziando le fasi di lavorazione nella creazione di una fragranza”. Aristotele aveva sfiorato l’argomento, ma è soltanto con il suo discepolo che dei profumi vengono studiati a fondo la preparazione e l’impiego, riconducendoli così entro il novero dei beni producibili dall’uomo e non soltanto reperibili in natura. Teofrasto mostra di possedere ottime conoscenze botaniche, ma a lui interessa in particolare l’aspetto tecnico della questione, quello relativo all’estrazione delle essenze, alla loro composizione e alle loro proprietà terapeutiche. Non per caso, egli cita più volte il nome di rinomati profumieri detentori di eccellenti competenze, che assai probabilmente aveva visto di persona all’opera presso le loro botteghe. Sugli odori è un vero e proprio manuale dell’antica profumeria: lo conobbe e lo apprezzò vivamente Plinio il Vecchio, che ne fece una sintesi nel XIII libro della sua Storia naturale, consegnandolo in tal modo alla romanità.
La seconda parte del volume è costituita da alcune pagine assai interessanti su L’arte della profumeria e da un’ampia appendice documentaria nella quale sono riportati molti testi antichi sul tema del profumo, attinenti agli argomenti trattati da Teofrasto. Dalla religione all’erotismo, dalla medicina alla cosmesi all’arte culinaria, il profumo ha sempre giocato un ruolo di primo piano nell’universo delle sensazioni umane: proprio in esso Alessandro Magno riconobbe un elemento caratteristico della regalità.
Giuseppe Squillace
Il profumo nel mondo antico
Olschki, 280 pp., 22 euro
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