Da Alan Moore a Ursule Le Guin, il bisogno di leggere storie "contro" sognando un mondo migliore. Leggere “Miti e Molotov” (Contrabbandiera), una ricca e bella raccolta di dialoghi dell’artista Margaret Killjoy con scrittori e scrittrici sull’immaginazione anarchica.
Tu puoi davvero tornare a casa, purché tu comprenda che ‘casa’ è un luogo in cui non sei mai stato”. E’ l’intuizione dello scienziato anarchico protagonista del romanzo fantascientifico “I reietti dell’altro pianeta” della fata madrina del fantastico novecentesco, Ursula Le Guin. Il suo discorso per il National Book Award è celebre per la stoccata in difesa degli scrittori mai premiati in quanto “non realistici”, ma Le Guin, che aveva sfidato tante convenzioni con i suoi personaggi di colore (spesso sbiancati nelle copertine) e dal genere fluido (“La mano sinistra delle tenebre” già immaginava un mondo in cui mutare sesso), pochi istanti dopo, attaccando un capitalismo che molti ritengono inevitabile, ricordò ai presenti che si pensava lo stesso del diritto divino dei re. E’ proprio lei la prima intervistata di “Miti e Molotov” (Contrabbandiera), una ricca e bella raccolta di dialoghi dell’artista Margaret Killjoy con scrittori e scrittrici sull’immaginazione anarchica.
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