I pensatori moderni ci hanno insegnato a sospettare di ciò che si presenta come pura tecnica, e a scoprire sotto la pretesa neutralità l’ideologia. Curiosamente ma non troppo, chi a sinistra è pronto a demistificare l’apparenza ineluttabile dei processi economici, si rivela cieco appena si tratta di cultura; e chi è antiamericano in politica, in letteratura si trasforma in una parodia yankee. Si dà ormai per scontato che tutta la storia letteraria sia misurabile con le categorie divenute egemoni negli anni 80 e 90, quando la discussione critica è stata sostituita dagli editor e dalle scuole di scrittura, dove oggi s’impartiscono ordini bruschi col tono del tarantiniano Mr. Wolf o del sergente di “Full metal jacket”.
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