Una fogliata di libri
Quello che manca
La recensione del libro Michael Frank (Einaudi, 351 pp., 20 euro)
Una donna prova a sopravvivere alla morte di suo marito fuggendo da New York e trasferendosi a Firenze, dove ha vissuto quando era bambina. Dall’altra parte del mondo si porta dietro il dolore della perdita, il lutto, una fede nuziale che non toglie dall’anulare, un manoscritto che ripercorre la sua storia d’amore, ma anche la vita che continua come deve, come può.
In Toscana Costanza incontra Andrew, un adolescente tormentato con cui condivide pranzi, passeggiate e confidenze nonostante la loro differenza d’età e, pochi giorno dopo, il padre del ragazzo. Henry Weissman è un famoso medico di New York, luminare della fecondazione assistita, aiuta le donne che non riescono a restare incinte. E’ affascinante, Henry, brillante, carismatico, ruba l’ossigeno a tutti quelli che gli stanno intorno, compreso suo figlio, soprattutto suo figlio. “Essere solo con Henry significava sapere che lui ti voleva bene, sì, ma anche che il suo amore era logorante, egoistico ed egocentrico”.
Quando tornano a New York, Henry e Costanza decidono di rivedersi, comincia una relazione, accade tutto troppo velocemente: trasloco, convivenza, svegliarsi tutti i giorni nello stesso letto, la decisione di avere un figlio. Quando lei solleva dei dubbi, lui risponde sempre così: “Cercando di avere un bambino, ci conosceremo bene e riusciremo a vedere chiaramente chi siamo”. E se quello che vediamo non dovesse piacerci? Ribatte lei, e lui, che non la sta davvero ascoltando, risponde che è un’eventualità da non prendere nemmeno in considerazione. E’ eccitante l’idea di ricominciare da zero, la sensazione di avere la possibilità di aggiustare una vita fino a quel momento storta, monca.
Ed eccola, la nuova Costanza, nella sala di aspetto di un centro per la fertilità. “A portarla qui erano state una serie di decisioni sbagliate, inconsce o semicoscienti, sebbene in quel momento più che vere e proprie decisioni sembravano semplicemente la vita che succedeva, la vita che la trascinava nella sua corrente, via dalla morte di suo padre, via dai tentacoli di sua madre, via dall’Italia”. Alla fine, si convince, tutto ha una sua logica, anche il desiderio di diventare madre. All’improvviso, Costanza diventa “quel tipo di donna” che vuole un figlio a tutti i costi, anche con un uomo di cui non si fida, che non conosce. Comincia una terapia, ormoni, iniezioni, ecografie, tentativi, fallimenti: ogni nuovo giorno è una nuova delusione. “So che l’attesa non è facile”, le dice Henry durante una crisi, lei, stremata, resa iperemotiva dai farmaci risponde: “E’ straziante”. Il desiderio di un figlio diventa un’ossessione, nasconde scheletri nell’armadio, copre tutto il resto, cancella vecchi tormenti per trovarne di nuovi. Nel suo nuovo romanzo, Quello che manca, Michael Frank indaga sulla fecondazione assistita dal punto di vista emotivo, le promesse che porta con sé, la paura di non essere all’altezza della scienza. “La sua infelicità insieme ad Henry stava per prendere il suo posto insieme a tutte le altre infelicità?”.
Michael Frank
Quello che manca
Einaudi, 351 pp., 20 euro