Una fogliata di libri
Storia marittima del mondo
La recensione del libro di David Abulafia, Mondadori, 1.048 pp., 40 euro
Dopo il clamoroso successo de Il grande mare. Storia del Mediterraneo, David Abulafia si è imbarcato – è il caso di dirlo… – in un’impresa temeraria: ripercorrere l’intera storia dell’umanità dal punto di vista del mare: delle rotte e dei porti, dei traffici e delle lotte, degli esploratori e dei mercanti che mossi dalla curiosità o dall’avidità si sono avventurati nell’ignoto. Il risultato è un affresco grandioso, di cui una breve recensione può dare solo un’idea molto sommaria. Ci sono infatti i lapita, che si sono diffusi per tutto il Pacifico con una capacità di orientarsi che lascia tuttora stupefatti, e ci sono i mercanti di Magan, che nel Terzo millennio a. C. facevano la spola fra le città sumere e la valle dell’Indo; ci sono i malesi che caricavano in Cina sete e porcellane e le rivendevano in Arabia e in Africa, e ci sono i vichinghi che trasportavano pelli di foca e zanne di tricheco dalla Groenlandia al mar Nero; ci sono i mercanti della Lega anseatica con le loro libere istituzioni e la lotta per il controllo della pesca di aringhe e merluzzi, e c’è il grande ammiraglio Zeng He che portò l’autorità del Celeste impero in tutto l’Oceano indiano, prima che il Dragone voltasse le spalle al mare. E ci sono, naturalmente, vicende e personaggi più recenti, i viaggi di Colombo e quelli di Cook, gli imperi marittimi europei, il passaggio dalle vele al motore, il ruolo della marina nelle guerre mondiali. Per finire con un accenno al ruolo “radicalmente cambiato” del mare ai giorni nostri, con i passeggeri che si muovono solo in aereo e i porti diventati terminal container automatizzati. In questo percorso, Abulafia intreccia costantemente i vari fili del racconto: le merci trasportate e gli aneddoti sul loro uso, le tecniche di navigazione e la vita quotidiana sulle navi, le politiche marittime degli stati e le mentalità degli uomini che del mare hanno vissuto. E, chiuso il volume, si comprende il valore del titolo: non di una storia del mare si tratta, ma proprio di una “storia marittima del mondo”, ovvero la storia dell’umanità vista dal mare. Da dove le vicende umane assumono una sfumatura differente: sulle navi e nei porti, “popolati da una colorita varietà di individui di tante specie diverse”, le linee di confine non sono nette come sulla terraferma. Le differenze etniche, linguistiche, religiose non sono eliminate e a volte ci si combatte anche; ma se l’altro ha qualcosa di interessante da offrire, merce o conoscenza, anche col nemico si possono fare affari.
David Abulafia
Mondadori, 1.048 pp., 40 euro
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