La fattoria del Coup De Vague
La recensione del libro di Georges Simenon (Adelphi, 142 pp, 18 euro)
Il colpo d’onda, l’ondata. È questo il nome della spiaggia accanto alla casa dove abitano Jean e le sue due zie, Émilie e Hortense, sulla costa francese. Zona di raccolta dei mitili, dove la gente di paese si conosce tutta e si assomiglia, indurita da una vita di fatica che segue i ritmi dettati dal mare. Dalle onde che si frangono portando con sé sabbia e melma. Nella fattoria, immersa in una luce grigia e attorniata da un filo di fumo dove “tutto funzionava all’unisono come un meccanismo ben congegnato”, si consuma una violenza sotterranea, sottile e insidiosa. Jean ha messo incinta Marthe, una ragazza che frequenta da qualche mese e questo fatto accidentale provoca un innesco di ripicche, gelosie e soprusi. In particolare zia Hortense – “coriacea, granitica, solida, che sembrava fatta anche lei di calcare come le ostriche e le rocce” – non accetta che il nipote possa formarsi una famiglia propria. E’ disposta a pagare per eliminare “il problema” ma qualcosa va storto e la già cagionevole salute di Marthe subisce un tragico tracollo. Jean piano piano comincia ad aprire gli occhi, a cogliere – sotto la patina delle buone maniere e di un mondo basato su cerimoniali e apparenze – la vera natura del rapporto tra lui e le due zie. Quelle zie che da tutti in paese erano soprannominate megere e che lui aveva lasciato fare tutto ciò che volevano, non solo in quella circostanza ma durante tutta la vita. Sempre più frequenti diventano le discussioni, qualcosa si incrina, si aprono piccole fenditure dove la vera natura di quel quadretto famigliare viene a galla. “Erano insomma piccoli episodi, in apparenza banali se presi singolarmente, a precipitare gli eventi. A Jean però non ne sfuggiva neanche uno! Li registrava tutti, amareggiato e diffidente, soprattutto diffidente, una diffidenza in cui cominciavano ad esserci tracce di ostilità”. Un’ostilità che pare però essersi risvegliata troppo tardi o che comunque non è sufficiente a cambiare davvero le cose, a mettere in modo per scardinare dei meccanismi, ad accettare le conseguenze che questo scardinamento comporta. Simenon scrive questo romanzo nel 1938, raccontando in modo lucido e allo stesso tempo ricco di sfumature uno spaccato della società rurale del tempo. Racconta di chi rimane vittima, un po’ per circostanze e un po’ per mancanza di convinzione, di un mondo ancora dominato dalle apparenze e dai ruoli sociali. Adulti anagrafici ma mai cresciuti perché incapaci di accettare le responsabilità che l’essere adulti comporta. Eterni nipoti, cristallizzati e dolorosamente infelici.
Georges Simenon
La fattoria del Coup De Vague
Adelphi, 142 pp, 18 euro
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