Una fogliata di libri
Chinatown interiore
La recensione del libro di Charles Yu (La nave di Teseo, 288 pp., 18 euro)
Willis Wu vive a Chinatown. Giorno dopo giorno, con incrollabile fiducia, si reca al ristorante cinese “Tempio d’Oro”, sul set della serie tv di successo “Bianca e Nero”. Ma nel mondo di Hollywood – e non solo – vigono incrollabili pregiudizi. Willis ha talento ma una cosa è certa: non potrà mai essere il protagonista. Una regola non scritta, ovviamente, ma tutti sanno che per gli attori orientali c’è una lista di parti secondarie, dal cuoco al fattorino, dal “generico uomo asiatico” al “ragazzo morto asiatico” e infine, l’apice della carriera, l’ambito ruolo del “fenomeno del Kung Fu”. E’ questo il massimo delle aspirazioni di Willis Wu, nel paese a stelle e strisce?
Ecco lo spunto, cinico – come un pugno nello stomaco – ma geniale di Chinatown interiore, il romanzo di Charles Yu (La nave di Teseo, tradotto da Claudia Durastanti), già vincitore del National Book Award 2021.
Quarantacinquenne di origini taiwanesi, nato a Los Angeles, Charles Yu è noto per essere una delle firme di “Legion” nonché dell’ambiziosa serie distopica Hbo, “Westworld”, ambientata in un parco tematico a tema western nel prossimo futuro.
“Siete qui, in teoria, in una terra nuova e piena di opportunità, ma in qualche modo siete rimasti intrappolati in una fotocopia sbiadita della terra madre”: ecco la chiave di questo romanzo che con il passare delle pagine strappa il sipario e diventa disincantato e acuminato, raccontando il set che ruota attorno a “un programma di bianchi e neri, in cui non c’è posto per il giallo”. E’ così che lo stereotipo culturale diventa cliché, uno schema accettato senza nessuna via di fuga: Willis può affogare e scomparire fra la folla o scegliere di stare al gioco, scalando i titoli di coda, “marcando l’accento, spezzettando la sintassi”, tutto pur di non uscire dall’inquadratura, continuando a sognare – invano – la notorietà.
Intanto Yu accelera il ritmo, gratta via la superficie patinata. Chinatown interiore si rivela una commedia pungente, decisamente al passo con i tempi, in cui scorre una vena malinconica e rabbiosa, raccontando il razzismo culturale come uno status quo consolidato, insito nella società. E fuori dal set, in attesa della loro chance, cosa fanno gli immigrati a Chinatown? Yu ne racconta le vite, con flash e ritratti personalizzati, ambientati nei piani superiori al ristorante-set del “Tempio d’Oro”, imprigionati in ritornello senza fine: “Essere gialli in America. Qualche volta puoi essere una star, ma non sarai mai davvero speciale”.
Charles Yu
Chinatown interiore
La nave di Teseo, 288 pp., 18 euro
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