La vedova riluttante
La recensione del libro di Georgette Heyer, Astoria, 232 pp., 17 euro
Deve essersi divertito molto Gioacchino Rossini quando compose “L’equivoco stravagante”, un dramma giocoso in due atti su libretto di Gaetano Gasbarri, rappresentato per la prima volta nel 1811. Lo si percepisce leggendo quella storia con un andirivieni di personaggi piacevolmente disorientanti, tra cui il contadino arricchito Gamberotto e la figlia Ernestina che non si accorge che il giovane squattrinato Ermanno è innamorato di lei. Si sarà divertita, sicuramente, anche la scrittrice inglese Georgette Heyer (1902-1974), visto che quella tematica legata agli equivoci e ai loro effetti la ritroviamo in molti dei suoi libri, ad esempio in Arabelle, uno dei suoi primi, basato proprio su quel “gioco”.
Continua a usarla anche ne “La vedova riluttante”, che la casa editrice Astoria ha ripubblicato proprio di recente. E’ un Regency particolare, perché riesce nell’impresa di unire il classico stile della scrittrice a una trama propria della letteratura d’azione. La Heyer cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato e fu grazie a suo padre se iniziò a mettere questi racconti in forma scritta, tanto che nel 1921 – a soli diciannove anni – pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. Successivamente, scrisse un bestseller dopo l’altro fino a diventare un fenomeno unico nella letteratura inglese del Ventesimo secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese.
Al centro di questo libro c’è la giovane Elinor Rochdale, pronta a fronteggiare una vicenda tra lo spiacevole e l’incredibile: convinta di essere assunta come governante, dopo un lungo viaggio alla fine del quale dovrebbe essere condotta nella dimora della temibile signora Macclesfield, si ritrova invece in una casa signorile ma decadente, al cospetto di un elegante gentiluomo, lord Carlyon, che le chiede di sposare il cugino Eustace. Elinor capisce che è finita nella casa sbagliata e se all’inizio si rifiuta di farlo, poi cambierà idea. Suo marito muore subito dopo e lei si ritroverà vedova senza sapere cosa fare né con chi. Nel mezzo, una singolarissima vicenda di documenti segreti, agenti inglesi al servizio di Napoleone, spie e diversi assassini. Georgette Heyer è sempre stata una grande, ma qui riesce davvero a dare il meglio di sé.
La vedova riluttante
Georgette Heyer
Astoria, 232 pp., 17 euro
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