Una Fogliata di libri

I fantasmi di una vita

Giorgia Mecca

La recensione del libro di Hilary Mantel. Fazi, 234 pp., 18 euro

Non dovresti giudicare i tuoi genitori. Nella maggior parte dei casi, hanno fatto del loro meglio. Erano confusi, senza un soldo e non si potevano permettere un avvocato, ce li avevano tutti contro, erano penosamente giovani. Per stare dietro al dettaglio perdevano di vista l’essenziale, e non sapevano come sfangate la settimana. Erano innamorati, oppure furibondi, hanno subito tradimenti oppure amare delusioni e, proprio come la nostra generazione, si sono aggrappati a tutto pur di raddrizzare le cose, cambiarle, avere un’alternativa: hanno spezzato i vincoli della logica e si sono raccolti intorno alla debolezza e alla disperazione e hanno sputato in faccia al destino. È questo che fanno i genitori. Credono che l’amore l’abbia vinta su ogni cosa”. 

Hilary Mantel, l’autrice che ha raccontato come se fosse stata testimone oculare la rivoluzione francese, Anna Bolena, Thomas Cromwell e che ha vinto per due volte il Man Booker Prize, prima di diventare una delle cento donne più influenti al mondo secondo il Time è stata una bambina malata, in fuga, alla deriva, con un cognome e un passato da tenere nascosto. La scrittrice racconta la sua infanzia ne I fantasmi di una vita. Ci sono stati giorni felici anche per lei. A quattro anni la vita, si pensa, può assumere le forme che desideriamo. Ci pensa la realtà a convincerci del contrario, la nostra volontà vale meno di zero, il corpo è un fardello, il posto in cui siamo nati ci inchioda. 

 

Hilary Mantel ricorda con nitidezza il suo primo pensiero, “come un ago in un occhio”, è stato il sospetto terribile e non campato in aria, di impedire la felicità dei suoi genitori. Negli anni, Mantel ha cambiato case, città, ha perso un padre e non ne ha quasi mai più parlato, ha cercato conforto nella grazia divina e non l’ha trovato. È diventata una donna piena di malattie e di farmaci da assumere. E’ tutto raccolto in questo romanzo, pieno di compassione e di ironia. Le vite, tutte quante, fanno tenerezza per quanto sono instabili, sbagliate, piene di segreti, di fantasmi, topaie e Valium, ma anche di inaspettata gentilezza. “Non si riusciva a eliminarmi il passato da dentro. Mentre il decennio invecchiava e la mia famiglia trovava stabilità nella sua nuova vita, io mi sentivo come un teschio portato a una festa”.

I fantasmi di una vita
Hilary Mantel
Fazi, 234 pp., 18 euro

Di più su questi argomenti: