Una fogliata di libri
Donne medievali. Sole, indomite, avventurose
La recensione del libro di Chiara Frugoni. Il Mulino, 424 pp., 40 euro
“Folla negletta”: così l’insigne medievista Chiara Frugoni definisce le donne medievali; milioni di persone che sono vissute nell’ombra, considerate poco più che animali, vittime di una misoginia che accomunò il mondo laico e la Chiesa, la quale conobbe alcune luminose eccezioni legate all’universo monastico (in questo panorama, non casualmente il monastero viene considerato dalla stessa Frugoni un’“isola felice”). Tuttavia, durante l’età di mezzo non mancarono eccezioni rilevanti, e alcune donne furono capaci di emergere dall’anonimato e di lasciare una testimonianza importante del loro passaggio nel mondo.
Tra queste, Frugoni ne ha scelte cinque e le presenta con passione e grande chiarezza. La prima è Radegonda di Poitiers, morta nel 587, moglie del re dei Franchi Clotario I, la quale, una volta abbandonato il marito, si fece monaca. Poi l’autrice si sofferma su Matilde di Canossa (1046-1115), la celebre potente feudataria “amica di Gregorio VII, ardita, strenuamente devota alla causa della Chiesa, alla quale sacrificò ogni altro interesse”. La terza figura proposta all’attenzione del lettore è quella della famosa papessa Giovanna, in realtà mai esistita, ma della quale fu inventata la leggenda, che venne poi raccontata per ben tre secoli, dal 1250 al 1550. Nella vicenda immaginaria della papessa, Frugoni ravvisa un chiaro indizio del terrore della Chiesa “verso la donna che eserciti funzioni sacerdotali e abbia accesso al sacro”.
Il quarto personaggio che l’autrice porta in primo piano è quello di Christine de Pizan, vissuta a cavallo tra XIV e XV secolo. Rimasta vedova a venticinque anni, Christine fu in grado, in condizioni estremamente difficili, di mettere in piedi e guidare con successo uno scriptorium che riproduceva libri miniati. Inoltre, si rivelò una feconda scrittrice e si impegnò attivamente in difesa delle donne. Chiude quest’affascinante galleria di ritratti Margherita Datini (1384-1410), moglie di Francesco, ricchissimo mercante di Prato. Di lei, originariamente analfabeta, che con grande forza di volontà imparò a scrivere, ci sono rimaste centocinquanta lettere spedite al marito, sempre lontano per lavoro. Dall’epistolario emerge la personalità di una donna saggia, che sa gestire con oculatezza la casa, risultando per niente inferiore all’abile consorte da lei profondamente amato, nonostante che spesso la trascuri. Scritto molto bene, il libro si fa apprezzare anche per l’ampio corredo di belle illustrazioni.
Chiara Frugoni
Donne medievali. Sole, indomite, avventurose
il Mulino, 424 pp., 40 euro
Una fogliata di libri