Una fogliata di libri
Essere un uomo
La recensione del libro di Nicole Krauss. Guanda, 276 pp., 19 euro
Essere un uomo, visto dagli occhi di una donna. Anzi, di molte donne. Quelle che abitano i dieci racconti dell’ultima raccolta di Nicole Krauss e che svelano da una moltitudine di punti di vista cosa possa significare – o rappresentare – l’altro. E’ lo sguardo femminile che vivifica o condanna, scandaglia e restituisce un significato più ampio a questi uomini. Uomini come il nonno di “Zusya sul tetto” che è mosso dal desiderio di sottrarre il nipote dal destino della circoncisione. Uomini come Leonard che sta per divorziare dalla moglie Monica, facendo recapitare i documenti della separazione dalla figlia Zoe. Per la loro coppia sono i giorni della fine (anche titolo del racconto). Lo stesso Leonard che da giovane si rammendava i calzini da solo, suscitando lo sguardo tenero della moglie che “col tempo aveva perduto la capacità di scorgere la luce che filtrava da quella piccola crepa nell’ostinata monotonia del suo carattere”.
O ancora il commovente sguardo di una figlia verso il padre venuto a mancare da poco che in “Io dormo ma il mio cuore è sveglio” racconta di come sia riuscita a conoscere davvero il genitore solo visitando la casa della sua infanzia dopo la sua morte. Gli oggetti, le abitudini, gli incontri lasciati indietro o a cui si è dato uno spazio inaspettato raccontano chi si è stati, a cosa si è cercato di dare forma e senso. “So che mi abituerò a scavalcare lo sconosciuto mentre vado in cucina, perché è così che viviamo, scavalcando con disinvoltura certe situazioni finché non ci pesano più e riusciamo a dimenticarle completamente”.
Il tema del ricordo, il valore che esso ha insieme al legame con il passato è uno dei fili che lega questi racconti, formalmente indipendenti l’uno dall’altro (e scritti dall’autrice in un lasso di tempo molto lungo) ma in realtà sottilmente raccordati come in un gioco di specchi e rimandi. Così come serpeggia, nelle situazioni e nei legami più diversi, un senso di tensione straniante, un voler indugiare sulle fratture, sulle crepe e le storture che si aprono nei rapporti. A volte come ferite che stentano a rimarginarsi. “Sono ossessionata da lei, e da come l’incontro fortuito con una persona finisca per maturare, esplodere e produrre i suoi frutti soltanto anni e anni dopo. Quell’uomo avrebbe potuto spezzarla in due con una sola mano, ma lei era già spezzata, o non si sarebbe lasciata spezzare”. Nicole Krauss restituisce con padronanza assoluta e con la profondità psicologica che le è propria un universo – interiore ed esteriore – caleidoscopico e stratificato. Ne racconta l’umanità.
Nicole Krauss
Essere un uomo
Guanda, 276 pp., 19 euro
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