Una fogliata di libri
Il gioco della distruzione
La recensione del libro di Christopher Bollen. Bollati Boringhieri, 592 pp., 20 euro
Ian Bledsoe e Charlie Konstantinou sono due figli del benessere americano. Cresciuti nella bambagia, fra domestici e scuole private, in età adulta le loro strade vanno agli antipodi. Charlie si è rifugiato in Grecia, gestisce un noleggio di yatch e amministra un impero mentre Ian è crollato, il suo conto è in rosso ed è stato bandito persino dalla famiglia della matrigna. Al verde e senza un briciolo di eredità, la sua ultima carta è proprio l’isola di Patmos, dal suo vecchio amico, per provare a ricominciare daccapo.
C’è stato un tempo in cui Ian era un rampollo che poteva permettersi di rifiutare di essere il delfino nell’industria paterna, schierandosi al fianco degli haitiani nelle loro rivendicazioni salariali ma oggi basta digitare il suo nome in rete per avere la certezza che nessuno lo vorrà più assumere. Un traditore della causa capitalistica o soltanto un ingenuo arruolato dai buoni sentimenti? Sia come sia, Ian si presenta con il cappello in mano dinnanzi all’amico e mentre la loro nuova avventura si dipana, il romanziere statunitense Christopher Bollen rievoca un inquietante gioco d’infanzia che appassionava i due: un commando armato era pronto a tutto per uccidere e bisognava escogitare con le parole un piano di fuga, sacrificando i legami emotivi e le persone pur di salvarsi la pelle. Il gioco della distruzione (edito da Bollati Boringhieri, tradotto da Manuela Faimali) è un gustoso thriller letterario che strizza l’occhio alle atmosfere di Patricia Highsmith, partendo dalla splendida ambientazione mediterranea in un prezioso gioco di contrasti.
Dopo l’esordio con Orient e il più recente Un crimine bellissimo ambientato fra Venezia e New York, Bollen sbarca sull’isola in cui l’apostolo Giovanni avrebbe scritto il libro dell’Apocalisse. Oggi quel luogo è divenuto un paradiso edonistico, il teatro del reame di Charlie che annega nel lusso sfrenato sotto gli occhi famelici del suo amico mentre le ondate di profughi siriani – ammassati su gommoni sgonfi e caracollanti – turbano quell’idillio, come la realtà che osa infrangere i sogni di grandezza. Bollen lascia lievitare la suspense sulla pagina mentre un senso di pericolo incombe sulla storia: quando improvvisamente Charlie scomparirà nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, toccherà proprio a Ian tornare protagonista in questo gioco dell’egoismo e della distruzione in cui ciascuno si salva, a spese del prossimo.
Christopher Bollen
Il gioco della distruzione
Bollati Boringhieri, 592 pp., 20 euro
Una fogliata di libri