Una Fogliata di libri
Storie di Praga
La recensione del libro di Annalisa Cosentino. Hoepli, 216pp., 19,90 euro
Di storie di Praga e della sua cultura ce ne sono già tante, e qualcuno potrebbe domandarsi: cosa c’è ancora da dire? Ebbene, il nuovo libro di Annalisa Cosentino, docente alla Sapienza di Letteratura ceca con uno sguardo al resto del mondo centroeuropeo, almeno un paio di motivi di interesse li ha. Il primo è la ricchezza di testi. Tutti i libri analoghi parlano infatti di san Giovanni Nepomuceno, di Jan Hus, di Rodolfo II; ma qui il lettore curioso potrà leggere in diretta la cronaca dell’esecuzione del santo dei ponti, una lettera di Hus in attesa della morte nel carcere di Costanza, un passo del romanzo che Auguste Haschner dedica all’inizio del Novecento alla morte del leone che era l’animale preferito del re alchimista. Insieme, chi li avesse solo sentiti nominare può leggersi una pagina di testi celebri come il Golem di Meyrink, i Racconti di Mala Strana di Jan Neruda, il Buon soldato Švejk di Jaroslav Hašek, accanto a scritti meno noti, come le note di teologi cattolici e protestanti che nel XVII secolo duellano a suon di censure e inni religiosi, o addirittura brani di lettere di donne dell’epoca che mostrano spaccati di vita quotidiana.
E non mancano naturalmente significativi assaggi della grande stagione della poesia modernista ceca del primo Novecento, con Jaroslav Seifert in testa. Il secondo elemento originale è la chiave di lettura che rintraccia puntualmente i nessi fra cultura e politica. Certo, tutti sanno che, in Boemia come altrove, nell’Ottocento aspirazione all’indipendenza e riscoperta delle tradizioni nazionali vanno di pari passo; ma qui Cosentino porta alla luce percorsi diversi e non scontati. Racconta così l’opera dei “filologi sovversivi”, che nel Settecento cominciano a indagare le fonti della cultura ceca con spirito razionalistico, cercando di separare le sfondo storico dai motivi leggendari, e indaga poi quella dei “filologi falsari”, che al contrario nell’Ottocento costruiscono testi spacciati per antichi, con conseguente querelle sull’autenticità; ripercorre la storia dell’industria culturale, che fra Otto e Novecento offre una ricca produzione di giornali e riviste di diversi orientamenti culturali e politici, con una serrata dialettica tra chi aspira a una completa indipendenza e chi sostiene il progetto di una più ampia autonomia all’interno della monarchia asburgica. Insomma, un libro che può aprire al neofita la strada della scoperta della cultura ceca, ma anche all’esperto di cose boeme offre qualche chicca tutt’altro che scontata.
Storie di Praga
Annalisa Cosentino
Hoepli, 216 pp., 19,90 euro
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