Una fogliata di libri
L'anima delle città
La recensione del libro di Jan Brokken. Iperborea, 352 pp., 19 euro
Alla fine della nostra vita, ci ricorderemo soprattutto di un luogo, sosteneva Edward Morgan Forster in “Casa Howard”. Sono i posti in cui viviamo, il nostro panorama quotidiano a renderci chi siamo. Gustav Mahler non sarebbe stato Gustav Mahler senza la sua Amsterdam, così come Giorgio Morandi senza Bologna. “Io Morandi lo capisco. Quando sei cresciuto in una città come Bologna, non hai bisogno di andare a vedere se la vita sia meglio altrove”, scrive lo scrittore olandese Jan Brokken, nel suo ultimo libro: L’anima delle città, tradotto da Claudia Cozzi. L’autore di Anime Baltiche ci porta in giro per l’Europa, attraverso strade, chiese, palazzi, campanili che suonano in continuazione e sinfonie che precedono gli assedi, ci racconta il nostro passato, la biografia di uomini e donne che lo hanno attraversato. Joseph Beuys a Düsseldorf, Donizetti a Bergamo, Raiskin a San Pietroburgo; c’è Parigi ovviamente che è una sola e “per quanto possa essere dura la vita anche qui e perfino se diventasse ancora più dura e difficile, il cielo francese ti libera la mente e ti fa bene, un bene infinito”. Le città sono testimoni e complici di amori grandi e grandi tragedie, nella maggior parte dei casi le strade in cui camminiamo c’erano prima del nostra arrivo e rimarranno uguali anche dopo di noi. Sono gli uomini ad essere di passaggio, non lo spazio che ci circonda.
Brokken racconta storie nelle storie, quella di Eva Mameli Calvino per esempio, la mamma di Italo, che è stata la prima botanica italiana e una delle prime docenti universitarie. E poi c’è Aizpute, una cittadina della Lettonia che nei mesi estivi sembra un giardino dell’Eden dimenticato dall’epoca moderna. Peteris Vasks è nato ad Aizpute, il compositore ha dovuto attendere la perestrojka perché le sue opere venissero pubblicate. Brokken lo racconta nel capitolo a lui dedicato e in cui ricorda quel giorno del 1989 in cui due milioni di estoni, lettoni e lituani si presero per mano lungo la via baltica e cantarono tutto il giorno per ottenere l’indipendenza. “Nei paesi baltici abbiamo conosciuto così poca libertà che non osiamo ancora essere troppo allegri”.
Quanta vita contiene un giardino botanico, seicento chilometri di asfalto, una camera d’albergo, una casa non più abitata, le nostre rovine, il nostro passato.
Jan Brokken
L’anima delle città
Iperborea, 352 pp., 19 euro