Una fogliata di libri

L'isola degli alberi scomparsi

Giuseppe Fantasia

La recensione del libro di Elif Safak. Rizzoli, 386 pp., 19 euro

Come si racconta la storia di un popolo che ha subìto divisioni, soprusi, violenze e spartizioni di ogni tipo senza essere banali, catturando in ogni pagina l’attenzione dei propri lettori? Elif ŞAfak – pluripremiata scrittrice turco-britannica con all’attivo diciotto libri tradotti in 54 lingue (su tutti, il bestseller La bastarda di Istanbul, uscito per Rizzoli nel 2006) – ha trovato la soluzione in questo suo nuovo romanzo, usando un albero di fico, una “voce narrante” speciale e fondamentale che resta però sempre dietro ai protagonisti. Lo guarda ogni giorno nel suo giardino londinese Ada Kazantzakis, una sedicenne che non sa niente del  passato dei suoi genitori. Ignora che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, si incontrarono da adolescenti negli anni Settanta in quell’isola speciale come il colore delle sue acque e della sua natura chiamata Cipro. Ignora che si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d’aglio e peperoncini come ignora che proprio al centro di quella taverna svettava un albero di fico, testimone silente ma presente dei loro incontri al buio o in pieno giorno.

 

Le sue fronde uscivano dal buco del tetto, il simbolo della speranza che aveva tutta l’isola e chi la abitava, spaccata in due lungo un muro verde  di una guerra senza fine, in netto contrasto con le meraviglie di quel posto ricco di profumi, animali, uccelli e di un respiro autentico per la vita. Ecco, quindi, che gli uomini e gli alberi – in questa storia sull’amore, l’identità, il senso di appartenenza e il potere della rinascita – vanno a intrecciarsi proprio come i rami di un fico mettendo in risalto la loro principale differenza che sta nel tempo. Se quello umano è lineare e nasce da un passato considerato un capitolo chiuso verso un futuro che immaginiamo intatto – ricorda l’autrice – quello degli alberi è circolare. Nel loro caso, il passato e il futuro respirano nell’attimo presente e il presente non si muove in un’unica direzione, ma disegna cerchi dentro i cerchi, gli stessi anelli che si trovano al loro interno quando vengono abbattuti. “Gli alberi – fa dire alla protagonista – vanno ascoltati, perché ognuno di noi, come loro, sussurra nel vento”. Sono più vecchi di della nostra specie e, proprio per questo, bisogna ascoltare quello che possono raccontare, perché nascosti dentro le loro storie ci sono il passato e il futuro di umanità che è solo da proteggere, ma mai più da sradicare.

L'isola degli alberi scomparsi
Elif Safak
Rizzoli, 386 pp., 19 euro

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