Una fogliata di libri
Un uomo felice
La recensione del libro di Arto Paasilinna, Iperborea, 224 pp., 17 euro
Askeli Jaatinen è l’ingegnere che arriva a Kuusmäki, sperduto paesello tra i boschi della Finlandia, per costruire un nuovo ponte sul fiume Eccidio. Un ingegnere particolare, che solidarizza con gli operai, fa il bagno nudo nel fiume e, al massimo della sfrontatezza, insidia le donne dei paesani. Per i notabili del posto, dal sindaco al commissario, dal perito edile al preside, fino al parroco, “c’è di che fremere”. L’efficienza dimostrata nella costruzione aumenta, se possibile, l’indignazione dei piccoli potenti, che riescono a ostracizzare e cacciare Jaatinen. Ma l’ingegnere non si dà per vinto e torna a Kuusmäki per ribaltarla da cima a fondo. Un passo dopo l’altro, ottiene appalti importanti, compra il giornale locale, fa insediare nelle associazioni gli operai che ormai lo seguono come un condottiero.
La provincia finlandese è una provincia universale, con le sue chiusure, il suo conformismo, le sue piccole violenze quotidiane. Ma Jaatinen è un disturbatore della quiete atipico: non più raffinato, colto o intelligente dei paesani, anzi, si guadagna il ribrezzo collettivo per la sua sciatteria e la sua irruenza. Ma è intraprendente e ambizioso, smuove le acque facendo amicizia con i sindacalisti comunisti e miscredenti, rovescia i rapporti di forza e di potere. Ha fame di vita: è un’idrovora che trangugia tutto quello che vede, e senza malevolenza per nessuno, travolge senza esitare chi si metta di traverso alla sua libertà. Così un umorismo irresistibile si innesca nel momento in cui, nel tentativo di capire cosa voglia veramente Jaatinen, si rimane sempre delusi: non ha secondi fini, a parte il suo strabordante desiderio.
Per lui non c’è niente di più naturale e immediato che scontrarsi con la meschinità dei signorotti di Kuusmäki, nei quali però è facile immedesimarsi: smascherati nella loro ipocrisia non da un maestro o un asceta, ma da un rozzo capocantiere. Per questo viene difficile parlare di satira, termine che ormai si porta dietro, a torto ma tant’è, un certo carico moraleggiante. No, nessuna morale, l’unica rivoluzione dell’ingegner Jaatinen è quella della sua felicità, sempre inseguita, in larga parte conquistata, infine forse un minimo rimandata, alla realizzazione di progetti futuri.
Arto Paasilinna, “ex guardaboschi, ex giornalista, ex poeta”, recita la biografia di copertina, ex nel senso che è morto nel 2018, ha scritto Un uomo felice subito dopo il grande successo de L’anno della lepre. I lettori anche meno attenti non faticheranno a trovare tra le pagine un riferimento a questo suo romanzo più noto.
Arto Paasilinna
Un uomo felice
Iperborea, 224 pp., 17 euro
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