Una fogliata di libri
Il mio cuore è un serraglio
La recensione del libro di Allan Gurganus, Playground, 301 pp., 18 euro
Il mio cuore è un serraglio è un libro che andrebbe letto anche solo per il titolo. Se poi aggiungiamo che l’autore, Allan Gurganus, è un autentico maestro della narrativa contemporanea, il gioco è fatto. Dentro, in ordine sparso, ci sono: becchini che fanno sesso con i cadaveri, oscuri detective di chincaglierie, dottori in giornalismo, medici di pandemie pre Covid, tornado, omicidi, cani labrador, van pieni zeppi di coccodrilli, reduci del Vietnam e altre sciccherie caleidoscopiche del genere. Pezzi di vite, meravigliosamente abbozzate.
In estrema sintesi, questo è quello che troverete, se avrete la fortuna di imbattervi in questo volume, edito da Playground, che raccoglie una selezione di novelle, precedentemente pubblicate su alcune delle riviste letterarie più antiche e prestigiose del mondo come New Yorker, Harper’s o Granta, ma ancora inedite in Italia. Inedite perché, nel nostro paese, la notorietà di Allan Gurganus è inversamente proporzionale alla sua bravura. Autore di uno dei più strabilianti bestseller della letteratura americana del secondo Novecento, da oltre quattro milioni di copie, (tra l’altro con un ennesimo titolo al tritolo, L’ultima vedova sudista vuota il sacco), Gurganus, come volendo rinunciare al proprio successo, decise di abbandonare quasi immediatamente i fasti newyorchesi e la scena letteraria. Tornò a casa sua, nel North Carolina, a scrivere ciò che gli pareva, a insegnare e, in definitiva, ad autorelegarsi nell’angusto spazio riservato agli scrittori di nicchia.
Leggere i racconti che compongono Il mio cuore è un serraglio, ambientati nella immaginaria cittadina di Falls, nella Carolina orientale, è come osservare un uomo con un rasoio in mano che ha usato la lama per confessarsi e conoscersi. Questo è il suono delle rasoiate: “Te lo giuro, cara Betty: più a lungo vivo, e più sono certissimo di non sapere niente di niente al cento per cento di niente. A parte, naturalmente, l’unico e solo fatto che mi salva. Io amo mia moglie”. Oppure: “Ma oggi una cosa la so: è un privilegio anche solo cercare di salvarsi l’un l’altro. Ed è anche un lavoro a tempo pieno”. Un suono che, a sentirlo oggi, risulta essere sorprendentemente attuale e allo stesso tempo meravigliosamente commovente. Una volta Gurganus ha detto: “Non sono ambizioso. Voglio solo raccontare la storia della coscienza nel mondo”. Ci è riuscito perfettamente. Un autentico gioiello.
Allan Gurganus
Il mio cuore è un serraglio
Playground, 301 pp., 18 euro
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