una fogliata di libri

In viaggio da sola e con qualcuno

Giulio Silvano

La recensione del libro di Martha Gellhorn, Solferino, 384 pp., 16,50 euro

Martha Gellhorn, tra le quattro mogli di Ernest Hemingway, è stata l’unica a non voler diventare solamente “una nota a piè di pagina nella vita di qualcun altro”. Giornalista di un coraggio strabiliante – come si vede bene nel documentario di Ken Burns uscito quest’anno – riuscì, a differenza del marito, a salire sulle navi inglesi e a partecipare allo sbarco in Normandia ottenendo il primato di unica donna al D-Day. Dopo la guerra civile spagnola aveva scritto dal fronte di diversi paesi: Finlandia, Hong Kong, Birmania, Singapore, Italia, e, nell’estate del 1945, sarà nel campo liberato di Dachau. Per l’Atlantic coprirà il Vietnam e il conflitto israelo-palestinese. Un curriculum pericolosissimo e glorioso. Compiuti i settant’anni e riconosciuta ormai come la più importante reporter di guerra, scrive nel ’78 la cosa che più si avvicina a un memoir: In viaggio da sola e con qualcuno, dove si concentra sui “migliori dei viaggi peggiori”.

 

I Caraibi, l’Africa, la Cina, Mosca. La sua è una scrittura secca, diretta, che ha l’eco spicciola e modernista della Lost generation. Non ha mai paura di raccontare l’orrore e il malessere, adagiando considerazioni geopolitiche sull’osservazione del quotidiano, con alcune note comiche (non dimenticando mai, ad esempio, di descrivere le latrine sudicie di mezzo mondo). Camminando per le strade di una città fotografa con gli occhi ogni piccola azione ed emozione interessante.


Quel “qualcuno” del titolo è proprio Hemingway, per nulla amante dell’oriente, che l’accompagna nel suo viaggio asiatico. Non lo chiama per nome ma CR, Compagno Recalcitrante. Mentre lui resta a Hong Kong, a sbevazzare con “businessman cinesi mafiosetti” e “poliziotti del posto con i quali andava a caccia di fagiani”, lei sale su un minuscolo aereo per andare a raccogliere materiale per un articolo tra le rovine fumanti di Kunming, “infiammata dalle continue scariche di adrenalina e dall’entusiasmo”. Il futuro ex marito bestsellerista esplode petardi in camera da letto, mangia qualsiasi cosa trovi e assaggia il vino di serpente.

 

“I successivi viaggi orribili li ho fatti tutti per conto mio. Se uno vuole ficcarsi nei guai, liberissimo di farlo, ma non deve trascinare altri con sé”. Quello che esce fuori dai viaggi semi-turistici di Gellhorn è anche la noia che nei fumosi hotel stile Somerset Maugham può colpire chiunque sia abituato all’azione. “Puoi dire quello che ti pare della guerra”, dice a un certo punto a Hemingway, “ma quando sei al fronte non ti annoi”. 

 

In viaggio da sola e con qualcuno
Martha Gellhorn
Solferino, 384 pp., 16,50 euro

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