una fogliata di libri
Pedigree e altri romanzi
La recensione del libro di Georges Simenon, Adelphi, 1.888 pp., 75 euro
Nel mio romanzo tutto è vero anche se nulla è esatto”, scrive Simenon nella prefazione di Pedigree, il suo romanzo più intimo e segreto, un’autobiografia romanzata in cui racconta al figlio – utilizzando un nome fittizio e scrivendo in terza persona – della sua infanzia e insieme della storia di una numerosa famiglia di umili origini. Pedigree è anche il racconto che sta al cuore di questa raccolta di dieci romanzi dello scrittore belga, pubblicata per la prima volta da Gallimard nel 2009 e ora riproposta da Adelphi nella splendida collana “La nave Argo”. I protagonisti dei romanzi scelti – La finestra di fronte, I tre delitti dei miei amici, Malepin, La verità su Bébé Donge, Mi ricordo, I complici, Gli altri, La camera azzurra e Lettera a mia madre – incarnano variazioni su temi cari alla poetica di Simenon, primo fra tutti l’essere delle figure spesso alla deriva, in situazioni esistenziali complesse e condizionati dall’arrendevolezza. Lo sguardo di Simenon, che tiene insieme situazioni e personaggi diversi tra loro, si posa su esistenze segnate di frequente dall’irregolarità e dall’indigenza, raccontandole con precisione descrittiva e tenerezza costante. Sono spesso romanzi che hanno a che vedere con il passato e con l’infanzia come chiave per ricercare chi si è alla luce di chi ci ha preceduto. Romanzi in cui Simenon si nasconde dietro volti, nomi e storie accanto a racconti personali, dove prende la parola in prima persona. Il desiderio che lo muove è sempre lo stesso: raccontare. Fermare sulla pagina le vicende degli altri per ritrovare in fondo brandelli della propria. Come avviene nel romanzo che chiude la raccolta – Lettera a mia madre – in cui Simenon in una lunga lettera ripercorre a ritroso la vita della madre, si interroga su chi sia stata quella donna veramente, prima per sé stessa e poi per lui. “Del resto, nei tuoi occhi, nel viso sereno, non cercavo l’immagine che ti facevi di me, ma l’immagine tua, la vera, che cominciavo a capire”. Una madre che è stata un mistero, figura cardine della vita dello scrittore, inafferrabile e forse per questo così amata. “Vedi, madre, tu sei uno degli esseri più complessi che abbia incontrato. Spesso, pensando a te, mi ricordavo della carrozza che è venuta a prendere tua sorella. Fra voi due non c’era che un filo. Questo filo era la tua volontà feroce di essere buona. Buona per gli altri, forse, ma soprattutto per te”. A Simenon bastano poche righe per riportarla alla memoria e quindi alla vita. Forse proprio le righe che traccia in copertina, in una foto in bianco e nero nella sua tenuta di Lakeville.
Georges Simenon
Pedigree e altri romanzi
Adelphi, 1.888 pp., 75 euro
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