una fogliata di libri
Lincoln Highway
La recensione del libro di Amor Towles, Neri Pozza, 634 pp., 19 euro
Nebraska, giugno 1954. Emmett Watson viene accompagnato a casa dal direttore della fattoria dei minori dove ha appena scontato quindici mesi per omicidio colposo. Una pena che pesa come un macigno più sulla sua coscienza che su quella della collettività. Ad aspettarlo c’è suo fratello Billy, otto anni, l’unico sopravvissuto di una famiglia orfana di padre e con una madre fuggita in California. Ed è lì che Emmett vuole andare insieme al fratello, a bordo di una Studebaker azzurra. Ma su quell’auto ci sono altri due ospiti, inattesi: Woolly e Duchessa, entrambi evasi dal riformatorio e con piani differenti.
Vogliono raggiungere New York e per farlo devono prendere la Lincoln Highway, la prima strada a percorrere l’America da una parte all’altra, un rettilineo senza fine ai lati del quale si solcano paesaggi diversi, si lambiscono vite e storie, ci si perde per poi ritrovarsi. A volte cambiati ma sempre in ricerca. Sono i diversi punti di vista, le diverse voci e sguardi dei personaggi che fanno da direttrice a questo romanzo di formazione e di viaggio, tutto abitato dallo sforzo di diventare grandi attraverso e nonostante quello che accade. Personaggi che sono tutti alla ricerca di qualcosa, cangianti nel loro esistere e che si passano la palla trainando il racconto, vivendo avventure particolari all’interno di un grande viaggio collettivo.
Tra tutti, lo sguardo di Billy che si fa guidare dal Compendio degli eroi, degli avventurieri e degli altri intrepidi viaggiatori di Abacus Abernathe e che vive l’avventura con la curiosità di chi ha un perimetro esistenziale ancora ridotto. “A otto anni, probabilmente non aveva mai messo piede fuori dallo stato del Nebraska. Quindi non ci si poteva aspettare che capisse tutte le complessità della vita moderna, tutte le sottigliezze per distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è. In realtà, era meglio che non le capisse. Ed era compito di Emmett, in quanto fratello maggiore e unico tutore, proteggerlo da tali vicissitudini il più a lungo possibile”.
La scrittura di Amor Towels, densa e ricca, traccia un viaggio di riscatto e speranza dove tanti sono i livelli di lettura come le occasioni di immedesimazione, anche solo fugaci. Una storia che ha dentro tutto il fervore della gioventù. “La sera e la pianura, ricche, meste e silenziose; le miglia di terreno appena arato, pesante e nero, carico di forza e durezza; il grano rigoglioso, le erbacce rigogliose, i cavalli affaticati, gli uomini stanchi, le lunghe strade vuote, i fuochi cuoi del tramonto, che dileguano, il cielo eterno e insensibile. E a fronte di tutto questo, la Gioventù…”.