una fogliata di libri

Erika Sattler

Federica Bassignana

La recensione del libro di Hervé Bel (Edizioni Clichy, 304 pp., 19 euro)

Stare in equilibrio nella complessità e sospendere il giudizio: è lo sforzo che si richiede al lettore, che deve con pazienza e costanza fare esercizio di immedesimazione nella consapevolezza, negli occhi e nella mente di una perfetta incarnazione del nazionalsocialismo: Erika Sattler. Bellissima donna – e molto consapevole di esserlo – di ventiquattro anni, iscritta al Nsdap, Erika è una convinta nazista, appagata dal solo pensiero di compiere il suo dovere di donna tedesca, e che con incondizionata scrupolosità e totale fedeltà ha offerto ogni cellula del suo corpo agli ideali del Führer. Fin dall’adolescenza è esaltata dal nazionalsocialismo come da un poema epico e ciò che la definisce si è delineato con la cura del tempo verso quell’orizzonte di indiscutibile apologia. Così, le radicate convinzioni di Erika non si lasciano scalfire da alcuna esitazione, nemmeno quando sembrano crollare tutte le certezze della Germania nazista. E’ il gennaio del 1945 e nel gelo dell’inverno migliaia di tedeschi, tra cui lei, sono in fuga dalla Polonia a causa dell’avanzata dei russi: il romanzo è il racconto di questa fuga, attraverso una narrazione che si legge con fiato sospeso e con macigni nel cuore perché rispecchia la spietata e cruda realtà di quegli anni, senza edulcorazioni né filtri. Sono numerosi i personaggi che ruotano attorno a Erika, alcuni incontrati lungo il cammino verso Posen, tappa per raggiungere Berlino, altri che riemergono nei suoi ricordi. In particolare, Paul Sattler, il marito: un uomo per il quale Erika non nutre alcuna stima, che si arruola nelle SS solo per essere amato da lei e che pagherà caro il prezzo di questa scelta. Due figure diametralmente opposte: lui che viene arrestato per aver salvato la vita a un ebreo, lei che si domanda se questi, gli ebrei, possano essere considerati uomini.

Un libro sulla complessità del male, perché Hervé Bel mostra come in questo caso il male non sia solo banale, ma sia anche e soprattutto complesso. E non si possono ridurre temi articolati a semplici tentativi di spiegazione, perché tra il bianco e il nero si annidano quelle zone grigie dentro le quali non si riesce a distinguere con nettezza di convinzione ciò che è bene e ciò che è male, ma semplicemente, con rassegnazione, il giudizio si sospende. E se è vero che comprendere è impossibile, ma conoscere è necessario, questo romanzo ne è una luminosa, anche se agghiacciante, intuizione.

 

Hervé Bel
Erika Sattler
Edizioni Clichy, 304 pp., 19 euro

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