Una Fogliata di libri
Il buon tedesco
La recensione del libro di Carlo Greppi, Laterza, 266 pp., 18 euro
La storiografia che rivolge la propria attenzione al contesto italiano della Seconda guerra mondiale e, in particolare, alla Resistenza, ci regala ora un contributo tanto pregevole quanto stimolante: un saggio che analizza avvenimenti assai poco noti e arricchisce dunque in misura ragguardevole la nostra conoscenza del movimento antinazista. Sulla base delle scarse informazioni disponibili, Carlo Greppi ha infatti sottoposto a una meticolosa indagine le vicende relative ai militari tedeschi e austriaci che disertarono per passare nelle fila delle formazioni partigiane ed è così riuscito a ricostruire la storia di un piccolo esercito i cui effettivi, non di rado, sarebbero stati definiti “banditi”, “traditori della patria”, “nemici del popolo”.
La sua ricerca prende le mosse dallo studio dell’itinerario seguito da Rudolf Jacobs, un ufficiale superiore della Kriegsmarine che nel 1944, sulle montagne di Sarzana, si diede alla macchia, trovò riparo presso alcuni contadini del luogo e decise di unirsi ai resistenti: “Nato sotto una stella armata trent’anni e qualche settimana prima”, scrive l’autore, sarebbe poi caduto durante l’assalto a una caserma delle Brigate nere.
Come si accennava, quello che sembra un percorso quasi solitario e isolato si rivela essere qualcosa di ben diverso, dal momento che venne condiviso da alcune centinaia di individui il cui numero, col trascorrere dei mesi di quello stesso anno, crebbe in maniera considerevole. Si trattò di uomini senza più patria né bandiera che si opposero agli ordini impartiti loro dai superiori per obbedire invece ai dettami della propria coscienza e avviarsi sul sentiero della libertà.
Dopo aver preso spunto da un nome scolpito su una lapide, dalle poche righe citate in alcuni documenti, da alcune fotografie ritrovate nei diversi archivi, da qualche ricordo riportato da fonti partigiane tanto coeve quanto successive Greppi elabora una disamina lucida e appassionante che – con l’ausilio di una prosa scorrevole e incisiva – ci porta a scoprire una pagina pressoché sconosciuta della nostra storia. Un racconto che si fa, a poco a poco, corale e ci invita ad abbandonare al suo destino più di un luogo comune, a considerare la dimensione internazionale della guerra partigiana, a riflettere sulla radicalità della scelta compiuta dai cosiddetti Überläufer.
Il buon tedesco
Carlo Greppi,
Laterza, 266 pp., 18 euro
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