Una fogliata di libri
Il corpo in cui sono nata
La recensione del libro di Guadalupe Nettel (La Nuova Frontiera, 192 pp., 16,90 euro)
Il corpo è la prima casa che abitiamo. Il primo contatto con il mondo siamo noi stessi e tutto il circostante, fatto di atmosfere, suoni, profumi e sensazioni, passa attraverso ogni atomo che fa di noi quello che siamo e quello che saremo. Perché – ed è forse un sollievo – una delle poche e comuni certezze della vita di ognuno è che questo primo nostro luogo cambierà, sempre. Guadalupe Nettel attraversa con lucidità il tema della relazione con il corpo, che esiste, con tutte le sue particolarità e imperfezioni, e che subisce le metamorfosi che il tempo impone. Ma l’au - trice compie un passo ulteriore, audace, seguendo il codice dell’intimità che solo la scrittura concede: rivive il suo passato con la consapevolezza del presente e fa i conti con quel “presunto incanto” che è l’infanzia. L’io narrante ripercorre a ritroso la propria storia, dai barrios di Città del Messico alle banlieue francesi di Aix-en-Provence degli anni 70-80, dal progressismo dei genitori al conservatorismo della nonna materna, affidandosi all’ascolto silenzioso di una psicoterapeuta. Nettel nasce con un neo bianco sulla cornea e sin da bambina si allena a interpretare il mondo con ostinata disciplina, impegnandosi per dare forma e misura alla realtà solo tramite un significativo sforzo di comprensione di ombre e colori sfocati. Ma la vista non è l’unica ossessione della sua infanzia, a cui si aggiunge anche una tendenza a incurvare la schiena, come a volersi proteggere, e che le comporta il nomignolo “scarafaggio”. E questa stretta connessione è una eco che percorre tutto il romanzo rievocando Le Metamorfosi di Kafka: “In nessun punto della narrazione si dice chiaramente quale insetto fosse Gregor Samsa, ma io capii quasi subito che si trattava di uno scarafaggio. Lui si era trasformato mentre io lo ero per decreto materno”. Il corpo in cui sono nata è una narrazione luminosa per la sua semplice verità dai contorni particolari e universali, che sa toccare le corde del cuore di chi tra le pagine riesce a mettere a nudo anche il proprio io. E’ la storia di un corpo abitato nelle sue infinite possibilità e altrettante trasformazioni. Perché Guadalupe Nettel, in forme non convenzionali, ci insegna quanto un percorso di formazione conduca a un salto definitivo: guardare negli occhi questo “precipizio esistenziale” che è la vita, accettando il vincolo tangibile che il corpo sancisce con il mondo.
Guadalupe Nettel
Il corpo in cui sono nata
La Nuova Frontiera, 192 pp., 16,90 euro
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