Una fogliata di libri
Prima che mi sfugga
La recensione del libro di Anne Pauly, L’orma, 152 pp., 16 euro
"Ho pensato a quello che mi hai proposto l’altro giorno e mi piacerebbe che mi portassi lontano da qui, in un bel posto con la vista sulla città. Guarderemo le luci e fumeremo, e poi dormiremo da qualche parte. Tu veglierai sul mio sonno e la mattina dopo ce ne andremo in giro senza meta finché il mio dolore non si consumerà e ritroverò il gusto per la vita. Ti sembra fattibile?”.
E’ sera tardi quando Anne Pauly, guardando il suo viso sfatto riflesso sullo specchio dell’ascensore dell’ospedale si accorge per la prima volta di essere la figlia del defunto. Suo padre Jean Pierre è morto e lei stringendogli la mano ha sperato di non dimenticare mai il suo odore. Il lutto ha i suoi riti e le sue incombenze, oltre al dolore c’è un funerale da organizzare per permettergli di riposare in pace, ci sono cassetti da svuotare. Per Anne e suo fratello, che diventando orfani smettono per sempre di essere figli, sono giorni di sigarette e di memorie; fuma come una ciminiera Anne pensando alla sua famiglia di sbandati e all’uomo che l’ha messa al mondo, che beveva troppo ed era violento, che in fondo era un perdente e non aveva fiducia in sé stesso e prendeva la vita nel suo verso peggiore e che soprattutto era suo padre e aveva un senso dell’umorismo che le mancherà forse più di tutto il resto.
Quante contraddizioni, quanti sensi di colpa, quanta angoscia e quante nevrosi contaminano i rapporti tra genitori e figli. Scorre troppo amore e l’amore tra chi condivide lo stesso sangue a volte coincide con la rabbia, il rancore, la gelosia. A volte con tenerezza, che serve a rendere la tragedia meno insopportabile. Anne lo capisce quando a suo padre rimane poco da vivere e per il tempo che resta accetta di invertire i ruoli, coprirgli le spalle e proteggerlo dalle correnti d’aria come un tempo lui aveva fatto con lei. E’ malinconico ed è commovente, fa sorridere e induce al perdono di noi stessi, figli imperfetti di genitori imperfetti, Prima che mi sfugga. Un giorno la donna immagina cosa succederebbe se ascoltasse tutte le persone che le offrono una spalla su cui piangere: “Ti chiamo perché devo capire cosa fare della mia vita e che direzione prendere d’ora in poi, per essere degna di ciò che mi hanno lasciato senza però perdermi su una strada che non è la mia per un senso di fedeltà nei confronti di un passato che, mi schiaccia. Hai qualche idea? Pazienza, me la caverò”. I figli, anche quando smettono di esserlo, se la cavano sempre. Glielo hanno insegnato i loro padri e le loro madri.
Anne Pauly
152 pp., 16 euro
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