Una fogliata di libri
Idillio sulla High Line
La recensione del libro di André Aciman, Guanda, 160 pp., 16 euro
In una New York estiva, in uno di quei momenti in cui a dominare è un caldo insopportabile, Paul e Catherine s’incontrano per caso in tribunale, convocati entrambi alle selezioni per la giuria popolare. Non si conoscono, ma a unirli subito è Cime Tempestose che lui ha già letto due volte e che lei sta leggendo nell’attesa. Paul è un avvocato in pensione che fatica ancora ad abituarsi all’idea e lei una psicologa che ama il suo lavoro “in tutta onestà, di rado” – gli confida – facendo nascere così un meccanismo di domande e risposte necessarie “per saperne di più”, per approfondire una conversazione in cui desiderano stare e che potrebbe rivelarsi un nuovo inizio per loro che un quotidiano lo hanno già. O, almeno, così pensano. Come scrive Emily Brontë, “accade qualcosa d’inaspettato in nome della natura e della forza indomabile delle passioni che sconvolgono gli uomini”. “Vi fate pagare per ascoltare gente che vi racconta un sacco di balle”, commenterà il simpatico barista napoletano che li ascolta parlare. “Sì, siamo due trafficanti di menzogne che concludono affari in zone d’ombra”, risponde Paul, che poi scherza con Catherine e la invita a chiamarlo Heathcliff come il protagonista di quel romanzo cult, visto che lei, il nome della bella di quella storia, ce l’ha già.
Tra i due si stabilisce così una profonda e inaspettata intesa affettiva che ricorda per certi versi proprio quella storia che deve essere piaciuta molto ad André Aciman, maestro nel descrivere i sentimenti, ma soprattutto situazioni non semplici e a volte ambigue, pericolose, ma sempre entusiasmanti. Si pensi a quanto accade ai protagonisti di Chiamami col tuo nome, il suo romanzo più conosciuto, e a quelli del suo seguito Cercami, ma anche a quelli di L’ultima estate, Mariana e di Harvard Square, tutti pubblicati in Italia dalla casa editrice Guanda che ha appena festeggiato novant’anni di attività. Anche in questo suo nuovo libro, tradotto da Valeria Bastia, Aciman osa e scava nei sentimenti, li stuzzica per farli risvegliare e prendere direzioni inaspettate, correndo contro un tempo che sarà pure tiranno – a volte – ma che è il vero padrone delle nostre esistenze. Da sfondo, o meglio, da protagonista, sarà (anche) la High Line del titolo – quella splendida passeggiata-parco che va da Gansevoort Street alla 34th Street, ricavata sulla vecchia ferrovia sopraelevata su cui viaggiavano i treni merci che rifornivano Lower Manhattan – e che oggi “parla” italiano grazie alla direzione artistica di Cecilia Alemani, curatrice dell’ultima Biennale d’arte di Venezia, ma questa è davvero un’altra storia.
André Aciman
Idillio sulla High Line
Guanda, 160 pp., 16 euro
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