I misteri della rue La Bruyère
La recensione del libro di Vittorio De Martino, La Lepre edizioni, 188 pp., 16 euro
Un appartamento a Parigi, rimasto chiuso per più di sessant’anni, viene lasciato in eredità da una scrittrice di provincia di romanzi di poca fortuna, morta quasi centenaria, a un nipote che non l’ha mai né vista né frequentata. L’appartamento è in rue La Bruyère, e già la sua collocazione vale un tesoro, tra l’Opéra e le Gallerie Lafayette. Roberto Carli, l’incaricato della casa d’aste che dovrà catalogare ciò che la casa contiene, non crede ai propri occhi: sotto la polvere gli appaiono arredi e oggetti preziosissimi. Per lui, che odia lo stile Secondo Impero quanto ama lo stile Luigi XVI, quella casa è un enigma.
Abituato a decifrare i caratteri attraverso i gusti, a interrogare gli oggetti come testimoni delle storie e delle inclinazioni di chi li ha scelti e posseduti, non si capacita dell’incongruenza di certi accostamenti, come se due personalità inconciliabili si fossero fronteggiate lì, in quella casa, in una coabitazione impossibile. Poi accade l’incredibile. Seminascosto da una pesante tenda, appare un ritratto di donna: impossibile sbagliarsi, si tratta di un Boldini, e quella donna, dopo complicate ricerche, risulterà essere un’attrice nota negli anni Settanta dell’Ottocento, Madame de Florian.
E’ un Boldini prima mai catalogato, che oltretutto è stato dipinto proprio lì, nella casa di rue La Bruyère, come è evidente dagli oggetti sullo sfondo, ed è un altro mistero, perché il grande pittore convocava sempre i soggetti nel suo atelier, dove poteva modulare a piacimento luci e ambientazione. Parte da quella scoperta, scrive nella sua prefazione lo storico dell’arte Claudio Strinati, “l’avventura che porterà alla scoperta di un atroce crimine, di una storia d’amore intricata e dolente e di fatti apparentemente inspiegabili, fino alla soluzione di un enigma che racchiude dentro di sé i caratteri di un’epoca intera: la Belle Époque”.
Vittorio de Martino è davvero, come il suo personaggio alter ego Roberto Carli, uno storico dell’arte specializzato nelle arti decorative francesi del XVIII secolo, ma soprattutto è maestro nel ricostruire ambienti, atmosfere, modi di vivere a partire da oggetti che possono sembrare inanimati a tutti, ma non a lui. Nella storia raccontata in questo romanzo saranno alla fine due tazzine, due squisite e piccole tazzine con una decorazione particolare che circonda una J, a condurre il lettore verso lo scioglimento dei misteri di rue La Bruyère.
I misteri della rue La Bruyère
Vittorio De Martino
La Lepre edizioni, 188 pp., 16 euro
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