Una famiglia moderna
La recensione del libro di Helga Flatland, Fazi, 310 pp., 18 euro
Una famiglia norvegese decide di fare una vacanza in Italia per festeggiare il settantesimo compleanno del padre. I tre figli, Liv, Ellen e Håkon, sono ormai adulti, e legati come forse lo sono tutti i fratelli: dall’affetto e dal fastidio. Partono contenti con i rispettivi compagni, e i due figli della maggiore, senza immaginare che i genitori li hanno convocati per annunciare la loro separazione.
“A settant’anni?”, chiede Ellen subito dopo la grande rivelazione, per poi sbraitare, incredula. Liv, intanto, si sposta in cucina e si mette a piangere sull’insalatiera. Com’è possibile che una certezza così solida e inscalfibile possa crollare? Che diritto hanno i genitori di scegliere se stessi a settant’anni, fregandosene della famiglia? Questo pensano i figli, anche se da fuori giudicare viene meno facile, perché anzi si capisce che uno ha diritto di scegliere come vivere, e che fino alla fine ha facoltà di cambiare, se la vita così com’è non gli sta più bene. Da figli però no, non è semplice. Per chi è sempre stato abituato a pensare ai propri genitori in coppia, dev’essere spaventoso accettare che anche loro siano due persone scisse, come tutti.
C’è chi questa cosa la impara presto e fatica a ricordarli insieme, e c’è anche chi, per sua fortuna (non è detto che lo sia sempre, ma diciamo: tendenzialmente), non dovrà impararlo mai. E poi c’è chi, come Liv, Ellen e Håkon, si ritrova in vacanza da adulto, e in una sera d’inizio estate nel mezzo di una buona cena si sente dire che le persone responsabili della loro esistenza, di quel nucleo da cui tutti e tre uno dopo l’altro si sono formati, da lì in poi non staranno più insieme. Inizia così Una famiglia moderna della norvegese Helga Flatland (Fazi, tradotto da Alessandro Storti), che si sviluppa a capitoli alternati, seguendo il punto di vista delle due sorelle e, in un caso, di Håkon: è stato bestseller in patria, e libro più consigliato dai librai di lassù.
Questo “lassù” ce lo concediamo come micro ripicca ripensando a un paio di commenti dell’autrice sull’Italia, tipo che qui picchiamo i bambini e siamo tutti bassi (grazie, sarete belli voi). Scherzi a parte, le cose iniziano a farsi davvero interessanti alla fine della vacanza, quando tornano in Norvegia e, passato il colpo, gli ingranaggi delle conseguenze cominciano a mettersi in moto. Nel senso che il riverbero di quella decisione va a lambire anche le vite che ognuno dei figli ha creato per sé: le relazioni con i rispettivi compagni, con i figli (nel caso di Liv) o con il desiderio di averne (nel caso di Ellen) e, soprattutto, li costringe a riflettere sul loro rapporto tra fratelli.
Una famiglia moderna
Helga Flatland
Fazi, 310 pp., 18 euro
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