Una fogliata di libri
Napoli. Contro il panorama
La recensione del libro di Giovanna Silva e Lucia Tozzi (Nottetempo, 139 pp., 18 euro)
Tra la vista sul Vesuvio e Gomorra, Napoli è ormai una città imprigionata nei luoghi comuni. Bronx mediterraneo e pizza margherita, Maradona e san Gennaro. Una narrazione pigra, che sembra parlare della città solo per sentito dire. In Napoli. Contro il panorama, la studiosa di politiche urbane Lucia Tozzi e la fotografa Giovanna Silva, per raccontare il capoluogo campano scelgono un altro punto di vista, narrativo e fotografico, partendo dall’architettura e dall’urbanistica. “Se si eliminano dal racconto le note di colore, la struttura dell’evoluzione urbanistica napoletana nell’immediato Dopoguerra, è identica a quella di Roma, Milano e moltissime altre città”. Espansione e ricerca di una rendita sono una costante, ma nel caso di Napoli bisogna aggiungere un tentativo di industrializzazione cui è seguita una brutale e precoce deindustrializzazione i cui danni paiono incalcolabili. Si comprendono molte cose guardando le fotografie di Giovanna Silva e leggendo i capitoli di questo saggio che in calce contiene citazioni del professor Federico Caffè e di Vitaliano Trevisan, autore di Works. Ci sono progetti che non hanno mai visto la luce, ruspe ferme, rigenerazioni di facciata. “A nord, l’evento architettonico più rilevante è stato il disgraziato abbattimento di tre delle sette Vele di Scampia”.
Uno dei grandi cambiamenti che hanno coinvolto Napoli è stata l’inclusione del centro storico nel patrimonio Unesco, che ha inserito, anzi reinserito, la città “tra le tappe imperdibili del Grand Tour contemporaneo”. C’è del sarcasmo e molta verità nelle parole di Lucia Tozzi quando scrive che una non piccola parte di napoletani ha maturato una sorta di complesso di inferiorità nei confronti di Milano, “la città che è riuscita a farsi passare per modello in Italia”, nonché una rivendicazione “del diritto alla coolness, che essi immaginano di potere soddisfare per mezzo di un dinamico flusso i progetti dai nomi demenziali”. La seconda metà del libro è dedicata alle immagini di Giovanna Silva, che nel suo racconto di Napoli rifiuta skyline e panorami, i suoi souvenir sono ironici e brutali, tutti scattati via smartphone: la scritta “Ti amo” davanti a una delle Vele, frammenti di palazzi, una macchina abbandonata, un pullman fuori servizio, una cabina telefonica reperto di un mondo che non esiste più. Anche questa è Napoli.
Giovanna Silva e Lucia Tozzi
Napoli. Contro il panorama
Nottetempo, 139 pp., 18 euro
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