Rogozov

Carlo Crosato

La recensione del libro di Mauro Maraschi, TerraRossa, 246 pp., 16,50 euro 

Ruggero Gargano esibisce una certa saggezza, un sapere che ha formato lungo una vita difficile, fatta di sofferenze e stenti; una saggezza un po’ retrograda che guarda con sospetto la scienza e la tecnologia, che non sopporta il confronto e si bea della propria solipsistica indipendenza. Ruggero Gargano, il protagonista di Rogozov di Mauro Maraschi, suscita nel lettore un misto di interesse e pietà, un fascino che presto diventa compassione. Consegnate all’attenzione di un ascoltatore paziente in un sanatorio di Castorp, una comune salutista che offre vitto e alloggio in cambio di forza lavoro, le sue parole dimostrano un greve impegno ad accumulare certezze e, in fin dei conti, perfino verità sul mondo, sulla vita, sulle relazioni; ma Gargano è un brontolone, un cospirazionista, un negazionista, un revisionista che di quella saggezza in nuce ha fatto motivo di insoddisfazione perenne, insofferenza, biechi espedienti di sopravvivenza, soprattutto solitudine.

 
Il libro di Maraschi è strutturato con metodo certosino, rispecchiando, con le note a piè di pagina, le appendici, le citazioni, elementi rari in un romanzo, sia il maniacale controllo che Ruggero Gargano pretende di avere sulla propria vita, sia la scientificità con cui l’ascoltatore verbalizza le parole del suo disturbato interlocutore. Quattro parti, ciascuna composta da sette capitoli, ognuno dei quali dedicato a uno degli individui tra i quali la vita solitaria di Gargano si dibatte: come in una progressione hegeliana, ritroviamo la figlia malata, la compagna che l’ha abbandonato, e così via, in un ordine che si ripete quattro volte segnando una sorta di evoluzione. Una finta evoluzione, perché Gargano, fra piccoli furti e l’iniziativa di vendere un proprio rene, non sembra in grado di liberarsi dalla sua frustrazione, in una vita che non sembra offrirgli altro che una ferma pervicacia nell’opporre a un mondo sordo la propria fede solo in se stesso.

 
Maraschi ha costruito un personaggio dalla psicologia elementare eppure finemente e elegantemente ricostruita: la sua scrittura avvince il lettore in un confronto con un tipo di individuo che oggi tutti conosciamo, nella persona altrui o anche nella propria. La lettura di questo libro sembra consigliare di identificarci, almeno per qualche attimo come in un esperimento, con il finto sapiente o, meglio, con l’analfabeta funzionale, con la sofferenza da cui nascono le sue certezze granitiche e la sofferenza che esse provocano, in un coraggioso esame di sé. 
 
Rogozov
Mauro Maraschi
TerraRossa, 246 pp., 16,50 euro 

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