Una fogliata di libri
Le cugine
La recensione del libro di Aurora Venturini (Sur, 190 pp., 16,50 euro)
Yuna è una ragazza argentina con un grande talento da pittrice. E’ anche “minorata”, o almeno così la definiscono in famiglia. La sua famiglia, peraltro, non è nuova a queste particolarità: sua sorella Betina è sulla sedia a rotelle e ha un ritardo mentale. Yuna ne è disgustata, e non perde occasione per ricordarcelo: la sorella fa i suoi bisogni in cucina mentre loro sono sedute a tavola a mangiare, segue gli ospiti sfrecciando sulle sue rotelle e impugnando una specie di codina. Poi ci sono le zie: Nené è un’altra aspirante pittrice, ma molto meno capace di Yuna. La sua croce è l’essere condannata a imbrattare tele con quelli che lei pensa essere magnifici ritratti, e che in realtà sono croste pieni di grandi occhi simili a quelli delle mucche. Nené ha poi molti fidanzati, ma nessuna fortuna in amore. L’altra zia, Ingrazia, è madre di due figlie, anche loro disabili. Quando la più grande, Carina, rimane incinta a quattordici anni, Yuna e la zia Nené la accompagnano ad abortire illegalmente. Yuna ne trarrà ispirazione per un dipinto acclamato e cupissimo, che intitolerà “Aborto” (e avrà un gran successo). Lei il sesso non vuole farlo mai, perché ne ha paura: ha paura che quella cosa misteriosa e blasfema che accade tra le persone la faccia prima rimanere incinta, e poi la uccida.
Sono le premesse di Le cugine, un romanzo di Aurora Venturini narrato sotto forma di flusso di coscienza, che uscì per la prima volta in Argentina nel 2008 e adesso Sur porta finalmente in Italia, a sette anni dalla morte dell’autrice.
Nata a La Plata cent’anni fa, nel 1922, fu molto amica di Evita Perón, conosciuta all’Istituto di psicologia e rieducazione minorile di Buenos Aires, dove Venturini lavorava come educatrice. Nel 1955, subito dopo il colpo di stato in Argentina, andò in esilio volontario a Parigi, e lì rimase per venticinque anni: fu coinquilina della scrittrice Violette Leduc e amica di molte stelle della letteratura, tra cui Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre, Camus, Juliette Gréco. Viaggiò poi in Italia, e qui diventò amica di Salvatore Quasimodo.
Le cugine si potrebbe definire un romanzo di formazione ambientato in una famiglia della classe medio-bassa argentina negli anni Quaranta, ma è molto di più: è una favola dark, scritta divinamente e piena di umorismo e di malinconia. E’ una narrazione dell’handicap fisico e mentale in cui si parla di abuso, aborto, sogni e sofferenza. Non c’è pietà per i suoi personaggi disgraziati: è anzi il racconto della loro ribellione a qualsiasi canone, dello splendore oscuro con cui rivolgono un dito medio al mondo.
Aurora Venturini
Le cugine
Sur, 190 pp., 16,50 euro