una fogliata di libri
Infinito Moonlit
La recensione del libro di Sara Gamberini, NNE, 304 pp., 18 euro
Un mondo matematico, perfettamente misurabile, dove ogni elemento corrisponde a quantità commensurabili, è un mondo rassicurante, prevedibile. Ma che ne è della ricchezza non quantificabile che si annida fra un’idea razionalizzata e l’altra, che ne è di quella pienezza che, anzi, sostiene, come orizzonte di senso sempre presupposto e perciò sempre dimenticato, i nostri passi così certi e così calcolati? La protagonista di Infinito Moonlit, nuovo romanzo di Sara Gamberini, sembra aver deposto tutta la teoria di assiomi geometrici che segmentano la realtà: un atto coraggioso, al quale non può che seguire una vita giocata fra lo spavento perpetuo e lo sforzo di accettare l’impermanenza del reale, fra l’ingenuo mendicare e altrettanto rassicuranti spiegazioni di ciò che si è e si fa e la benevola accoglienza della propria fragilità, della propria finitezza. Il linguaggio con cui Gamberini ci consegna i pensieri esitanti, i tentativi di essere una buona madre, i frequenti, cocenti fallimenti, è una prosa che sconfina spesso nell’elevazione poetica, in quella parola che, meglio di altre, riesce a rappresentare lo spaesato errare umano.
Ci sono misteri di fronte a cui anche il linguaggio scientifico sembra arretrare, arrendersi, lasciare la parola. Il romanzo si apre con un’immagine poetica, che lo attraversa interamente, e che sembra far segno verso quell’entanglement che la fisica quantistica riesce appena a vagheggiare, senza darne una chiara formalizzazione matematica: tutto l’esistente è stato un tempo unito, tutte le cose erano un tempo collegate fra loro, la miriade di atomi spersi nell’universo erano unità e, segretamente, ancora a quell’unità si riferiscono, corrispondendosi a vicenda, esibendo la propria perpetua manchevolezza come una sorta di domanda impossibile da chiudere. Teresa, reduce da un profondo sentimento appassito, madre di una figlia silenziosa e magica, osa approssimarsi alla trama invisibile che, con forza generativa, positiva, divina, sottile, tutto guida, e che vincola ogni cosa a ciò che le è altro: una trama che solo l’incantesimo può evocare, come una specie di familiarità universale fra ogni creatura. Una casa circondata dalla natura è la dimora di questa ricerca di sé e del mondo che ci ospita, nella consapevolezza che, oltre a ciò che si tocca, oltre alle molte idee in cui incastriamo e riordiniamo ciò che afferriamo coi sensi, c’è molto di più, e forse solo nei sogni o nella temibile follia può essere intravisto e balbettato.
Infinito Moonlit
Sara Gamberini
NNE, 304 pp., 18 euro
Una Fogliata di libri - overbooking