Una fogliata di libri
La tradizione
La recensione del libro di Jericho Brown edito da Donzelli (168 pp., 14 euro)
Prima che andassi a leggere la postfazione di Antonella Francini a questo nuovo libro di Jericho Brown, le assonanze che mi vennero in mente conoscendo un po’ la storia personale dell’autore – nero e omosessuale, nato nel profondo sud degli Stati Uniti nel ’76 – erano quelle legate alla vicenda biografica dello scrittore afroamericano James Baldwin, “intellettuale emotivo e sincero, lacerato, intelligente e appassionato, che capisce tutto e perdona molto, che ha degli amici nel campo avverso, ma che non potrà, lui, abbandonare le sue amicizie, né i suoi amori, perché sa che questi sono già condannati e impossibili” (Albert Memmi, L’homme dominé). Il “campo avverso”, come dice Memmi, sarebbe quello dei bianchi, colpevoli di aver escluso dalla società americana i cittadini neri, facendoli diventare gli oppressi par excellence di un paese che in diversi ambiti continua tutt’oggi a marginalizzarli.
E’ in questo contesto che si inseriscono i versi taglienti di Jericho Brown, vincitore del Premio Pulitzer 2020 per la poesia, in un libro che affonda la lama in ciò che la “tradizione” rappresenta ed ha sempre rappresentato nel tempo per i neri d’America: soprusi e diffamazioni. Così la violenza perpetrata in secoli di schiavitù esplode in alcune liriche – caratterizzate da una polifonia di stili diversi, come quello classico e quello contemporaneo del rap toccando persino alcune forme di slang tradizionale afroamericano – della silloge, come ad esempio in “Caro bianco”, dove il poeta sembra autosabotarsi affinché rimanga solo spazio per la presenza dell’Altro, cioè della whiteness: “Non rimarrò / A lungo. Quando guarderai in quello specchio, / Sarà pulito. Sarai contento / Di vedere solo te. Ci sono mai stato io?”. Tuttavia questa “tradizione” non ha unicamente un retaggio negativo ma “significa anche recuperare lo straordinario patrimonio letterario e musicale afroamericano presente in questo libro. Capita, ad esempio, di imbatterci in un verso di Gwendolyn Brooks, in un romanzo di James Baldwin, in un verso che ricorda Black Boy di Richard Wright, oppure in omaggi a poeti e attivisti neri”, osserva la curatrice Antonella Francini. A noi non resta altro che ascoltare la melodia di questi versi accogliendone gli slanci lirici e i moti d’animo, quelli che Brown prende in prestito dal suo vissuto interiore: “Tutto il giorno rimasto fermo pensando solo a questo – / A bocca aperta, senza toccare nulla, / La mia memoria l’unico rumore necessario”.
Jericho Brown
La tradizione
Donzelli, 168 pp., 14 euro
Una Fogliata di libri - overbooking