Una fogliata di libri
Quaderno ideale
La recensione del libro di Brenda Lozano, Alter Ego edizioni, 212 pp., 17 euro
Una via lattea di lettere, echi di canzoni di David Bowie, riflessioni, sogni, speranze, tutto intrecciato con la spontaneità che solo la confidenza con una pagina bianca (o a righe blu) garantisce. È Quaderno ideale di Brenda Lozano, tra le più importanti nuove voci dell’America latina: un taccuino intimo che racconta la quotidianità di gesti e azioni che diventano parole, tracce che solcano il presente della narratrice tra ricordi e pensieri. È un mare che si apre in due e lascia che i lettori vi sprofondino dentro. È sconfinato, frammentario, breve, sconnesso, aneddotico. È musica tascabile, un sottobicchiere o un fermaporte, un compagno di viaggio e di solitudine, un telefono per le conversazioni con chi è lontano. Ma soprattutto: è ideale perché può tutto ed è tutto quel che deve essere.
Attendere è il modo verbale della narrazione: “Questa è un’attesa e io sono Penelope. Tessere, disfare, riprendere a tessere per poi disfare ancora. Si smette forse mai di aspettare? Esiste qualcuno che non aspetta nulla?”. L’io narrante attende Jonás, il compagno partito per raggiungere la famiglia in Spagna dopo la morte della madre, aspetta in una sala ambulatoriale, in aeroporto, su un bus, e colma quei momenti sospesi con pensieri semplici, immediati, divertenti, leggeri, profondi. “Se potessi trasformarmi in un uccello mi trasformerei in una rondine. Cambiare. Disconoscersi è più importante di conoscersi”: in questa continua tensione alla metamorfosi la protagonista richiama Ovidio, in equilibrio nell’attesa fa da eco a Omero e Beckett, “Quindi questa è la storia di un’attesa? Aspettando Godot, aspettando Jonás? La differenza tra Godot e Jonás è che il mio amore torna davvero. Che la musica riprenda!”. E ancora, Pessoa: “Mi sono ricordata della sua frase: ‘Non l’amore, ma i suoi dintorni valgono la pena’. L’attesa è la periferia dell’amore, forse per questo vale la pena”, e immancabile, Proust, il cui animale preferito era proprio la rondine: “I libri e le porte hanno la stessa forma. Proust me ne ha aperta una quando avevo diciassette anni. Una porta grande, lo so. E qualcosa, di ugualmente grande, è successo”. La madeleine del flusso di coscienza della protagonista è la sua stessa vita, che ha un prima e un dopo. Nella sua semplicità, in una storia che continuamente si trasforma, travolge, incanta, fa viaggiare lontano per riavvicinarsi a sé stessi, l’autrice ricama un’esistenza per iscritto. E che meraviglia saper cucire con le parole.
Quaderno ideale
Brenda Lozano
Alter Ego edizioni, 212 pp., 17 euro
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