Una fogliata di libri

La neve di Mariupol

Micol Flammini

La recensione del libro di Monica Perosino edito da Paesi Edizioni (192 pp., 16 euro)

Il tempo della guerra è infinito, si dilata, si restringe, si somma allo spazio e si fa attesa. Al suo interno si muovono i soldati, si mettono in fila i volontari, si nascondono gli assediati, si organizzano gli aggrediti, bombardano gli aggressori, fuggono le donne e i bambini in cerca di salvezza. Dentro a questo tempo ha scritto Monica Perosino, giornalista della Stampa che in La neve di Mariupol ha raccontato il primo anno di una guerra che ha stravolto la nostra percezione dell’Europa.

 

Perosino era a Dnipro, un tempo chiamata Dnipropetrovs’k, quando il conflitto è incominciato. Era in Ucraina per indagare le avvisaglie e le smentite, gli umori di un popolo che da mesi continuava a sentire crescere gli allarmi, che liberava i rifugi, che osservava i confini come mai li aveva fissati prima di allora. Un popolo in cui gli anziani ripetevano che sarebbero sopravvissuti anche alla guerra della Russia e i giovani imparavano dagli anziani le precauzioni di un passato che avevano relegato nei libri di storia. L’attesa della guerra, anche quando non si riesce a credere al suo arrivo, è fatta di gesti razionali come lo zaino da tenere sempre pronto per correre in cantina o le scarpe orientate verso l’uscio, poi, al primo boato la razionalità si spezza. E’ il presidente russo Vladimir Putin, “l’uomo con la cravatta color vinaccia”, che ha stabilito che il mondo dovesse stravolgersi e la notte del 24 febbraio del 2022 si è intrufolato nelle vite di tutti gli ucraini. Perosino dall’inizio del conflitto va alla ricerca di quelle vite, percorre l’Ucraina che sembra farsi sempre più lunga con i tempi della guerra, non è più un paese, è diventata un pianeta con la sua terra nerissima e i suoi crateri per le strade. Gli umani abitano in una Luna che “l’uomo con la cravatta color vinaccia” vuole inghiottire e devastare non potendo permettersi l’allunaggio. Perosino percorre avanti e indietro strade che portano a storie e alla scoperta di un paese che ha deciso di rispondere alla violenza con la resistenza, che nel caos si riorganizza, si sposta, si nasconde, impara a contare i minuti dall’ultimo un colpo, le ore dall’ultimo sorso d’acqua, i giorni dall’ultimo pasto, le distanze dall’ultimo posto di blocco. Il viaggio di Monica Perosino è in compagnia di un personaggio che si fa sentire e non compare mai, è Mariupol, la città assediata trasformata in enorme cantina nelle prime settimane di guerra e ormai resa un buco nero dall’occupazione russa. Mariupol è una promessa: la fine della guerra inizia da qui. 

 

Monica Perosino
La neve di Mariupol 
Paesi Edizioni, 192 pp., 16 euro

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)