Una fogliata di libri

Un altro Eden

Gaia Montanaro

Paul Harding edito da Neri Pozza (244 pp., 18 euro)

"Quanti giorni e quante notti con il freddo e la fame. Quante settimane al buio, rannicchiati tutti insieme a mormorare, a implorare un po’ di luce, un po’ di calore, un po’ di pane. L’inverno infuriò di bufere ancora una settimana, poi si arrese alla primavera. La primavera regnò, vociante e luminosa, poi si arrese all’estate”. E’ una vita legata all’incedere delle stagioni e arresa al loro avvicendarsi quella che conducono gli abitanti dell’isola di Malaga, al largo delle coste dei Maine. Qui l’isola prende però il nome di Apple Island e alla fine del Settecento si sono stabiliti i discendenti di un ex schiavo – Benjamin Honey – e di sua moglie, l’irlandese Patience. Siamo all’inizio del Novecento, quando negli Stati Uniti è ancora fortissima la discriminazione razziale e sull’isola, un tempo abitata da una comunità di pescatori di razza mista, vivono ora un gruppo di famiglie tra cui quella di Esther – matriarca e discendente degli Honey – insieme a figli e nipoti e le sorelle McDermott che si prendono cura di tre orfani. Le esistenze di tutti trascorrono in modo molto semplice, poco sopra la soglia della povertà, ciascuno con i propri fantasmi del passato o i propri sogni di futuro. Un piccolo Eden. Qui ogni giorno arriva dalla terraferma Matthew Diamond, un insegnante missionario bianco che vuole insegnare ai bambini di Apple Island il latino e Shakespeare ma che, come molti al tempo, prova una “repulsione viscerale e involontaria in presenza di un nero vivo”. La natura di Matthew è ambivalente: un uomo del suo tempo, strutturalmente immerso nella mentalità da suprematista bianco ma allo stesso tempo genuinamente interessato a insegnare ai bambini locali, così intelligenti e pieni di potenzialità. Si trova persino ad accompagnare sull’isola una spedizione governativa di medici per studiarne gli abitanti, assistendo con sdegno alla distruzione della colonia. In lui coesistono il senso di superiorità con quello di colpa. Gli Honey e le altre famiglie provano – secondo le proprie possibilità – a compiere dei passi in avanti, a coltivare desideri più grandi senza perdere l’essenza della loro cultura e della propria sensibilità. Fanno i conti costantemente con una natura abbacinante, che si mostra in tutta la sua forza e furia, distruggendo e offrendo poco dopo squarci di pace. Anch’essa contribuisce a creare quel paradiso, un Eden che è altro da quello che magari in molti sceglierebbero ma che rende quel luogo, nelle sue profonde contraddizioni, una terra abitabile e che restituisce qualcosa di vero. 

    

Paul Harding
Un altro Eden
Neri Pozza, 244 pp., 18 euro

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