Una fogliata di libri

Uno shock

Andrea Frateff-Gianni

La recensione del libro di Keith Ridgway. Sur, 306 pp., 18 euro

Nel celebre film “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock, con James Stewart e Grace Kelly, il protagonista L. B. “Jeff” Jefferies è un fotoreporter bloccato a casa con una gamba rotta il cui appartamento si affaccia su un cortile e su diversi altri locali. A causa del grande caldo, i vicini tengono sempre le finestre aperte, e Jeff ne approfitta per soddisfare il suo voyeurismo, guardando dalla sua finestra con il binocolo e con la sua macchina fotografica con teleobiettivo. Lo stesso sapore di spionaggio furtivo si assapora leggendo Uno shock, libro di racconti scritto da Keith Ridgway, tradotto da Federica Aceto e pubblicato in Italia da Sur, ambientato ai margini di una Londra sotterranea nella quale osserviamo la vita di un oscuro cast di personaggi come se fossimo in qualche modo presenti dove non dovremmo essere. Sono vicini di casa o frequentatori abituali di un pub, i protagonisti delle nostre storie, (la maggior parte dei quali millennial precari e atomizzati), e sono le loro vite quelle che osserviamo dal buco della serratura.

 

Vite che si intersecano, che scorrono, si dissolvono; perse in nuvole di confusione, depressione o solitudine. Gli spazi sono soffocanti, claustrofobici, asfissianti. Tunnel e camere segrete, varchi tra i muri. Il romanzo è ossessionato dall’idea di uscire dalle stanze e dai ritmi della quotidianità per entrare nel rovescio della realtà. Un idraulico di nome Pigeon viene rinchiuso in casa di una donna per cui sta svolgendo un lavoro e si ritira in soffitta. Un tizio di nome David, dopo essersi trasferito in un nuovo appartamento, scopre foto pornografiche della coppia che viveva lì prima di lui. La casa presa in affitto da una giovane coppia è invasa dai topi. Nel capitolo iniziale, una donna anziana raschia un piccolo foro nel muro in modo da poter sbirciare nella festa organizzata dai suoi vicini gay della porta accanto. Quello che troverà è un occhio che la fissa. Le raffigurazioni sono viscerali, a tratti grottesche. Si procede così, con immagini scostanti, frammentate, un capitolo dopo l’altro, fino al sorprendente ed esplosivo finale. Uno shock è un abile esercizio di baldoria nervosa, simile a un febbrile preparativo di un mega festa i cui invitati però non si divertono per niente, intrappolati in alloggi fatiscenti e costretti a svolgere lavori terribili per sopravvivere. Una fotografia nitida dei giorni nostri, dei tempi che stiamo vivendo, con una chiara e lampante esplicita accusa alla politica, incapace di risolvere qualsiasi problema le si presenti di fronte. 

 

Keith Ridgway 
Uno shock
Sur, 306 pp., 18 euro

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