Una fogliata di libri
Del tutto diversi
La recensione del libro di Alberto Fraccacreta edito da InternoPoesia (132 pp., 15 euro)
La poesia di Alberto Fraccacreta – giunta alla sua ennesima prova con la recente pubblicazione di questa silloge – si avvale di un territorio dell’esistenza ben definito e di una cifra stilistica tra le più vivide e raffinate che ci siano nel panorama della poesia italiana contemporanea. La scrittura in versi è altresì alternata da brevi intermezzi prosastici che rivelano le capacità dell’autore di muoversi sapientemente tra gli argomenti più disparati: i giovedì sera urbinati, una misteriosa contadina pachistana morta nel Rojava, Delia che riappare (non è una new entry della poesia di Fraccacreta!) e scompare costantemente, alla quale gran parte delle poesie sono dedicate, nel riverbero di una commistione di ammiccamenti e di fughe, di giochi scanzonati e ritmati che sempre conducono al pensiero dell’amata senhal: “C’era una fanciulla alquanto avelia, / flagrante, non una celia. / Quando ai safari saliva, / un balenio traspariva/ nella vista opaca della rara fanciulla abelia”.
I dieci capitoletti del libro mostrano il talento linguistico di Fraccacreta, il quale con rime, calembour, boutade di vario genere, citazioni di interi estratti di opere amate (spiccano quelle di Calderón de la Barca e di Claudel) insieme a una straripante predilezione per nomi di specie vegetali desuete ci trascina nel vortice della poesia, in questa miscellanea di versi, intitolata non a caso “del tutto diversi”. Prendendo le distanze dallo spettro dell’autobiografia così come la intendeva Proust (l’éloignement da fatti e vicende personali narrati è ben esplicitato nella nota finale) e da qualsiasi altro tentativo maldestro di fare poesia senza seguire i padri fondatori, Fraccacreta alterna una lingua moderna a un dettato ritmico antico, pieno di parole desunte talvolta da un accademismo più sentito che imperante. “E’ sempre ‘la fibra del giorno’ quale prospettiva mai finita, a impostare ragioni e scelte di un linguaggio rivolto alla tradizione pur scardinandone quell’antica fiducia ormai del tutto sfibrata dopo il varco secolare”, dirà infatti Elio Grasso nella prefazione. In questa grande apertura verso il mondo dell’Altro e verso ciò che lo rende unico si manifesta l’essenza più spirituale della poesia di Alberto Fraccacreta: quella che rifiuta la solitudine dell’uomo, intesa come mera privazione materiale di persone e di averi: “Crediamo di essere soli, e lo sento, arriva / la nonna morta da cinque anni / nel suo volo di lucciola, il nonno / dopo diciassette anni ronza e fischietta curioso”.
Alberto Fraccacreta
Del tutto diversi
InternoPoesia, 132 pp., 15 euro
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