Una fogliata di libri

Figlie della Resistenza

Roberto Persico

La recensione del libro di Judy Batalion edito da Mondadori (568 pp., 25 euro)

Frumka è “bruna, profonda, analitica, riservata”. Hantze è “bionda, spumeggiante, socievole, fantasiosa”. Frumka e Hantze sono sorelle. Sono polacche. Sono ebree. Sono cresciute in una delle tante organizzazioni giovanili che nella Polonia degli anni Venti e Trenta diffondono gli ideali sionisti, uniscono l’approfondimento della cultura ebraica a una vigorosa attività fisica, favoriscono la partecipazione a tutte le attività anche delle donne. Come tante loro coetanee e coetanei, nel 1939 stanno progettando l’aliyah, il trasferimento in Palestina. Come per tutte le loro coetanee e i loro coetanei, l’invasione tedesca della Polonia butta all’aria sogni e progetti. Comincia il dramma delle violenze, delle deportazioni, dei ghetti. Ma le ragazze non si arrendono. Insieme a decine e decine di compagne e compagni delle organizzazioni giovanili iniziano organizzando scuole, biblioteche, infermerie, mense. Poi viene il contrabbando: cibo, medicinali, documenti. Quindi cominciano a introdurre clandestinamente nei ghetti armi e munizioni, a fare da staffette fra una città e l’altra, portando ordini, pubblicazioni, conforto. Infine, quando si arriva alla lotta armata, le ragazze sono in prima fila: nella rivolta del ghetto di Varsavia, in quella di Cracovia, insieme ai partigiani nei boschi.

Frumka e Hantze sono solo due fra le centinaia di ebree polacche che hanno partecipato alla resistenza contro i nazisti. Tosia e Renia hanno fattezze “ariane”: con documenti falsi, vestite da cristiane, passano sotto il naso della Gestapo portando sotto i vestiti o nelle borse della spesa cibo e armi. Zivia guida la fuga attraverso le fogne degli ultimi combattenti sopravvissuti del ghetto di Varsavia. Dvora fa in tempo a lanciare bombe a mano contro i tedeschi che hanno scoperto il suo nascondiglio prima di essere ammazzata. Niuta, col suo aspetto da ingenua sedicenne polacca, si intrufola più volte negli uffici dei tedeschi facendone strage. Vitka nei boschi mette sui binari l’esplosivo che fa deragliare un treno tedesco. Il tutto tra il freddo, la fame, il rischio continuo di essere scoperte e uccise, come a tante accade.

E così via. Dalle pagine di Judy Batalion, nata e cresciuta a Montréal in una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti alla Shoah, escono decine e decine di ritratti di donne finora ignoti ai più, che danno all’immagine della resistenza degli ebrei in Polonia e al ruolo delle donne al suo interno un rilievo del tutto nuovo. (Roberto Persico)
       

Judy Batalion
Figlie della Resistenza
Mondadori, 568 pp., 25 euro

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