Una fogliata di libri
Il crinale
Michael Punke edito da Einaudi (456 pp., 22 euro)
Dopo il successo ottenuto con “Revenant” (approdato al cinema con Leonardo Di Caprio nel ruolo del protagonista), lo scrittore statunitense Michael Punke fa il bis con Il crinale (Einaudi, traduzione di Gaspare Bona), un romanzo crudo, crudele e sanguinario, il controcanto necessario al mito del West e della frontiera, dando voce e mostrando la prospettiva dei nativi americani in una feroce lotta per la terra e la propria sopravvivenza. Lo scenario ci riporta al 1866. Gli Stati Uniti si stanno ancora leccando le ferite prodotte dalla guerra civile mentre lungo la frontiera occidentale si consuma un altro scontro destinato a segnare il futuro della nazione: è la battaglia di Fetterman, una sconfitta cocente, un bagno di sangue (e umiltà) per l’esercito americano.
Michael Punke ha lavorato alla Casa Bianca presso il National Security Council e al Congresso. Attualmente è l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la World Trade Organization a Ginevra. La sua preparazione si evince dalla cura con cui ricostruisce l’ambientazione storica, a partire dalla decisione del colonnello Henry Carrington di costruire il Fort Phil Kearny, in pieno territorio lakota, per proteggere i coloni e i cercatori d’oro sulla pista del Montana. La vita cui andavano incontro era durissima: fucili e munizioni erano antiquati e in numero insufficiente e dei centottanta fanti americani, solo la metà parlava un idioma che somigliava appena all’inglese, generando una babele di lingue, terreno fertile per il caos.
Entrano così in scena due figure mitiche della resistenza dei nativi, Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo, decisi a fiaccare la resistenza delle truppe del colonnello, stipulando alleanze con le tribù locali e portando agguati in modo intelligente e continuativo. Tutto ciò aizza il malcontento dei soldati mentre il razzismo dilaga fra le truppe, rabbiosi e increduli verso questi nativi considerati semplicemente dei selvaggi da punire e bandire dalla Terra a suon di piombo, come si evince dalle mosse del tenente George Washington Grummond. Punke firma un romanzo ancor più bello e ambizioso del precedente, ricostruisce con grande cura lo scenario storico e i fatti narrati, preparando il lettore all’epica battaglia di Fetterman, mostrando la brutalità della guerra fra vittime, senza esclusione di colpi per uccidere e ancor prima, per umiliare le vittime e incutere timore nei superstiti.
Michael Punke
Il crinale
Einaudi, 456 pp., 22 euro
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