Spaesamento. Esperienza estetico-geografica
La recensione del libro di Paolo Furia, Meltemi, 214 pp., 20 euro
Le forme geografiche coinvolgono l’osservatore in un gioco di relazioni immersive e suscitano nel soggetto d’esperienza reazioni affettive. Sostiene Alexander von Humboldt che sostiene Goethe. E pure il filosofo teoretico Paolo Furia in Spaesamento. Esperienza estetico-geografica, un saggio da consigliare a quanti sostengono, invece, che la geografia sia uno spazio didattico se non addirittura speculativo superato. Saranno tutti forse affetti dall’ingombro senza confini del neomondo digitale e delle sue geolocalizzazioni algoritmiche? O dalla necessità di un reattivo ritorno alla versione tolemaica di una visione semplificata cielo-terra?
Tra pittura di paesaggio e mappe il mondo della rappresentazione ha sempre scrutato la terra come un luogo di infinita suggestione visiva. E se è anche vero che la forma geografica può essere mappata, non si risolve certo nella mera mappatura. L’esperienza stessa geografica – percezione e rappresentazione – è di partenza performativa e si muove sul presente: basterebbe questo a dare un senso processivo (e anche progressivo) alla materia. L’appaesamento di Ernesto De Martino viaggia in parallelo con lo spaesamento (“la diade dell’esperienza estetico-geografica” su cui si muove la perlustrazione di Furia) e il turismo. Con le dovute distinzioni visto che negli ultimi anni “si è cominciato a guardare con sospetto alla figura stereotipata del turista" in favore dell’idealizzazione romantica del viaggiatore o della sua versione misurabile in like e follower e in termini di instagrammabilità dell’esperienza del luogo “viaggiato”. Il marketing territoriale è molto più di una semplice costruzione dell’immaginario di un luogo ricostruito attraverso lo sguardo dell’altro come una restituzione. Fino al paradosso in cui, come scrive Furia, la vacanza estiva in un borgo umbro-toscano sembra risolversi in “una pièce di teatro in cui ciascuno svolge impeccabilmente il proprio compito”: commensale, oste, titolare della bottega dei sapori.
Il pittoresco è sempre dietro l’angolo, verrebbe da dire, ad esempio a Napoli e, d’altro canto, la “sfolgorante iperrealtà” di una Los Angeles trasforma la vita quotidiana ma non la annulla. Il turismo può essere quindi sì pratica ingannatoria ma pure esperienza estetica e “spaesamento felice”, necessario per andare al di là della superficie dei cartelli e dei “alla rotonda prendere la terza uscita”.
Spaesamento. Esperienza estetico-geografica
Paolo Furia
Meltemi, 214 pp., 20 euro
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