Una fogliata di libri
Bang Bang Mussolini
La recensione del libro di Anna Vaught edito 8tto Edizioni (304 pp., 19 euro)
Può una storia di follia tradursi in una storia di salvezza? La risposta di Anna Vaught è il suo romanzo, Bang Bang Mussolini, che racconta l’amicizia immaginata tra Lucia Joyce, figlia di James Joyce, tormentata danzatrice che balla per rabbia o per tristezza, e Lady Violet Gibson, che il 7 aprile del 1926 ha attentato alla vita di Benito Mussolini con un colpo di pistola. L’impietoso file-rouge che lega le vite delle due donne è la reclusione nel St. Andrew’s Hospital, manicomio di Northampton. Che si siano realmente incontrate o che i loro sguardi si siano incrociati, riconosciuti, incuriositi, non è dato saperlo. Ma l’immaginazione supera di gran lunga la realtà, e Anna Vaught dona loro una nuova voce, una nuova via possibile, quello che non è stato ma avrebbe potuto essere. Lucia Joyce parla in prima persona, senza fare sconti cala il lettore nella vita dentro il manicomio e accompagna dentro i loro pensieri e le loro storie famigliari. Etichettate come isteriche che hanno preso congedo dalla propria ragione, Violet e Lucia hanno una stanza tutta per sé per essere pazze e un giardino per essere libere, pagando a caro prezzo l’aver scardinato i criteri che il patriarcato dichiarava per loro. Non potendo riscrivere i loro destini, con estrema delicatezza l’autrice traccia per loro una storia di salvezza: la possibilità di evasione grazie all’immaginazione, che per tutti è un dono, ma per chi è recluso è vitale. Così, le due internate insieme ad altre due donne, Blanche Wittmann – la Regina delle Isteriche – e Bertha Pappenheim – prima paziente di psicoanalisi, la Anna O del caso studio di Josef Breuer e Sigmund Freud – rimodellano il loro passato insieme e riscrivono il loro futuro. Come quattro uccelli che prendono il volo, le quattro donne superano le costrizioni di tempo – quello che le ha divise – e di spazio – quello che le ha rinchiuse – e si presentano a un mondo che le ha lasciate in ombra. Il libro di Vaught getta luce sulla realtà delle malattie mentali, è un atto di denuncia e un appello alla consapevolezza. Soprattutto, offre un urgente punto di vista: guardare nell’abisso con gli occhi degli altri. “Violet sa che cosa può fare l’immaginazione; le altre donne l’hanno intuito perché dovevano, per la loro sopravvivenza, per lo sforzo creativo di essere integre quando si presumeva che fossero isteriche, malate nella mente. L’immaginazione è vasta e versatile. Se non imparate niente altro da queste pagine, imparate questo”.
Anna Vaught
Bang Bang Mussolini
8tto Edizioni, 304 pp., 19 euro
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