Una fogliata di libri
Memoria
La recensione del libro di Umberto Piersanti edito da Vallecchi, 92 pp., 8 euro
In questo libretto uscito per la collana “Le parole della poesia” dell’editore fiorentino Vallecchi, Umberto Piersanti riflette sulla memoria, una delle tematiche a lui più care. Su questa parola, infatti, il poeta urbinate ha tanto da dire: e lo fa con una prosa genuina ma che al tempo stesso tocca la profondità del pensiero della poesia, in un viavai tra la sua opera e i maestri che l’hanno ispirata: “Qui parlo della memoria attraverso le pagine di autori che sono stati fondamentali non solo e non tanto per la mia scrittura, quanto per la mia vita. Ed intreccio un dialogo continuo tra questi testi ed i miei, tenendo sempre presente la grandezza degli autori che mi hanno segnato”.
Rileggendo e commentando il pensiero dei grandi che l’hanno infatti ispirato (Leopardi su tutti, ma anche Carducci, Pascoli, Ungaretti e Montale), il poeta urbinate scandaglia quelle dimensioni della memoria che tanto continuano ad attrarlo, come quella personale imperniata sui miti dell’infanzia contadina, insieme a una memoria storica, decisamente più collettiva, che “diventa ancora più importante quando un poeta nel corso della sua vita vede stravolgimenti che dire ̔sociali̕ è estremamente riduttivo”. Se l’infanzia ha un grande spazio in questo agevole libro, così come lo è in tutta la produzione di Piersanti assieme alla giovinezza del “tempo differente” (quel tempo, cioè, che sta al di fuori del tempo cronologico e che viene vissuto con più intensità del tempo a cui siamo abituati quotidianamente), anche la memoria involontaria e quella volontaria vengono prese in considerazione, partecipi a loro volta della creazione poetica. Alla prima, proustiana per eccellenza, Piersanti antecede “L’Aquilone” di Pascoli come altro esempio di prefigurazione scaturita da un ricordo lontano, sebbene (forse) un po’ più doloroso di quello evocato dall’autore della Recherche: “C’è sempre, al sorger della memoria involontaria quella felicità profonda di cui parla Proust? Non so, ma l’impressione di essere sospesi fuori del tempo e dello spazio in un luogo dove subconscio e sogno ti staccano dal quotidiano, questo mi è sempre successo. E staccarsi dal quotidiano, dà sempre l’impressione di essere in un mondo a parte, un mondo dove il dolore e la finitudine hanno minor presa”. Insomma, la memoria fa da collante alla vita, le dà senso e ci aiuta a costruire la nostra vicenda personale: come quella che ha costruito Piersanti, floridissima, nel corso di tutti questi anni di vicende poetiche.
Umberto Piersanti
Memoria
Vallecchi, 92 pp., 8 euro
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