Una fogliata di libri
Strega
La recensione del libro di Johanne Lykke Holm edito da NNE (172 pp., 18 euro)
Il paese si chiamava Strega. Con il tempo imparai che Strega era una camera degli orrori. Strega erano ragazze che chinavano la testa e rimanevano in quella posizione”. A Strega persino l’orizzonte è invisibile, nascosto da montagne nere e da un lago che tutto inghiotte. Rafaela è una ragazza solitaria (“Si è soli anche in compagnia della propria madre, dici qualcosa e le parole ti riecheggiano dentro”). A diciannove anni va via di casa per andare a lavorare all’Hotel Olympic, sulle Alpi. A Strega la aspettano altre donne, fuggitive come lei, spedite lì per guadagnarsi il pane, donne che non hanno mai conosciuto la giovinezza, o bambine o adulte, e che non vogliono diventare mogli. Strega somiglia a una prigione, Rafaela e le sue compagne aspettano i clienti dell’albergo, ma i giorni passano, sono tutti uguali e non arriva mai nessuno. Comincia così Strega, il libro di Johanne Lykke Holm candidato al premio Strega europeo e tradotto in italiano da Andrea Stringhetti, un romanzo gotico e inquietante che racconta la vita di giovani donne che convivono all’interno della scena di un crimine, il loro corpo.
A Strega, Rafaela e le sue compagne imparano che a volte il dolore è insopportabile ma non lascia segni, che il male arriva da dentro e il male arriva anche da fuori, che nessuna persona è una cosa soltanto, imparano soprattutto che a volte ci si appoggia l’una all’altra non per affetto, ma per necessità. “A volte le donne sono bambole che qualcuno fa a pezzi e rimette di nuovo insieme”. Appena scesa dal treno, Rafaela aveva pensato che il futuro per lei fosse un luogo e un tempo impossibile, ma nell’oscurità della camerata, si ritrova a parlare con Alba, ore intere a raccontarsi il loro passato diverso che le ha portate nello stesso posto disperato. “Quando penso che avremmo potuto vivere una intera vita senza incontrarci mi crolla addosso un peso. Pensa che vita triste. Tanto valeva nascere pietra”, le dice una notte Alba. Rafaela le stringe la mano, pensa la stessa cosa, per la prima volta nella vita.
Ma l’Olympic non è un albergo, è un posto maledetto, che distrugge chi ci vive. Ma adesso che Rafaela ha scoperto che gli altri esistono e le somigliano per lei è possibile anche immaginare il futuro: “Vivremo una vita lunga, l’una vicino all’altra, costruiremo una casa insieme, magari con le pareti gialle. E ogni mattina ci sveglieremo insieme e il giorno si aprirà davanti a noi come qualcosa di felice”.
Johanne Lykke Holm
Strega
NNE, 172 pp., 18 euro