Una fogliata di libri
In viaggio con Rimbaud
La recensione del libro di Sylvain Tesson edito da Rizzoli (192 pp., 17,50 euro)
Fra le pagine di In viaggio con Rimbaud. Da Parigi all’Africa sulle tracce di un genio, il narratore giramondo (Rizzoli), Sylvain Tesson propone un viaggio attraverso l’opera del poeta francese divenuto immortale grazie ai propri versi, una produzione poetica esigua quanto potente.
Il viaggio di Tesson – zaino in spalla e un tascabile dell’opera completa di Rimbaud – è iniziato durante il Covid, per ripercorrere la prima fuga da casa del poeta nel 1870, con l’intenzione di comprendere l’inquietudine e la brama di movimento del giovane Rimbaud, alle prese con la noia della vita rurale, aprendosi al mondo.
Meteora a Parigi, amato da Verlaine – che poi gli spara a un polso – i suoi versi abbagliano e spaventano con la loro potenza evocativa.
Nato nel 1854, Rimbaud si ritrova nel secolo del progresso: illuminazione elettrica, il canale di Suez, il primo dirigibile in volo. Ha le idee chiare, pensa a una rivoluzione in poesia, distruggere e ricreare il linguaggio, decostruire e reinventare. Il suo programma è annunciato in Una stagione all’inferno, cui segue Illuminazioni. Dall’oscurità alla luce, il verso è sciolto, mentre le parole assumono connotazioni nuove: “A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu”. Novello Faust, nelle cinque vocali si concentra la creazione, dalla purezza dei ghiacciai al sangue, dagli animali agli angeli. La sua poesia è un diluvio di immagini che si intrecciano e si sovrappongono senza nesso apparente. Sua è la chiave, impossibile decifrarla: in fondo, non è necessario. Basta leggere i suoi versi e abbandonarsi alla musica e alle visioni.
Poi il silenzio. Dal Verbo alla Terra, alla realtà e verso l’ignoto. Inizia l’avventura in Africa, dove fa il trafficante d’armi. Dieci anni vissuti nuovamente nella noia, lungo le piste del deserto. Movimento era la poesia, movimento è la vita. Camminare è il segreto, condiviso da Tesson. L’uomo non può fermarsi a contemplare. Il paesaggio che non è vissuto non può essere reinventato. Sopraggiunge il cancro alle ossa, il ritorno in patria, in un cerchio che si chiude tristemente con l’amputazione di una gamba e la morte a soli trentasette anni, nel 1891. Finisce così il poeta veggente, dilaniato da un altro sé che vive dentro di lui, lo pungola, sempre insoddisfatto: “Io è altro”, aveva scritto e aveva cercato di alimentare la sua doppia natura: “E a volte ho veduto ciò che l’uomo ha creduto”.
Sylvain Tesson
In viaggio con Rimbaud
Rizzoli, 192 pp., 17,50 euro
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