Una fogliata di libri

Civiltà bizantina. Una storia millenaria

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Giorgio Ravegnani, Carocci, 220 pp., 18 euro

L’11 maggio del 330, dopo sei anni di lavori, venne inaugurata la città di Costantinopoli, voluta dall’imperatore Costantino, che scelse di edificarla sul sito dell’antica cittadina di Bisanzio, fondata sulle rive del Bosforo nel VII secolo a. C. da colonizzatori greci. Era l’inizio di una vicenda millenaria che Giorgio  Ravegnani, già docente di Storia medievale all’Università di Venezia, ricostruisce con grande chiarezza e competenza. La città di Costantino crebbe rapidamente e, mentre Roma si avviava a un declino inarrestabile, ne prese, per così dire, il posto. Anche la sua Chiesa giunse ben presto a eguagliare quella romana. Non senza momenti di grave crisi, la civiltà bizantina durò più di dieci secoli – la caduta di Costantinopoli per mano degli ottomani di Maometto II ebbe luogo nel 1453  –,  lasciando una traccia indelebile nella storia dell’umanità. Al fine di permettere al lettore di comprendere queste secolari vicende, nei cinque capitoli del libro Ravegnani tratteggia bene i contorni di alcune fondamentali componenti dell’universo bizantino. Innanzitutto, egli si sofferma a esaminare la figura dell’imperatore e il ruolo della sua corte. Poi scrive pagine molto interessanti sulla città, la “Nuova Roma”, caratterizzata da una nobiltà e da uno splendore che lasciarono di stucco i crociati che la conquistarono nel 1204. Il terzo capitolo è dedicato alla Chiesa, che ha sempre occupato un posto di alto prestigio e di grande rilevanza politica all’interno della storia bizantina.  Il quarto capitolo ha per oggetto il monachesimo, che nell’oriente bizantino conobbe sviluppi tanto notevoli quanto originali: basti pensare alle diverse forme di ascetismo che vi trovarono un terreno assai fertile. Inoltre, l’autore si interessa dell’istruzione e della cultura, due componenti molto importanti della civiltà bizantina. I principali elementi costitutivi dell’impero di Bisanzio – afferma Ravegnani – “furono la struttura statale romana, la religione cristiana e la cultura greca”. Mai Bisanzio rinnegò l’eredità di Roma e si sentì sempre in piena continuità con la tradizione romana. Il cristianesimo, dopo l’editto di Costantino del 313, vi si radicò profondamente sino a eliminare il paganesimo e ad affermarsi come religione di stato. Infine – conclude l’autore – “Bisanzio conservò buona parte della letteratura greca antica, fino a quando questa divenne patrimonio comune dell’Umanesimo, e aggiunse alla tradizione una sua vastissima produzione letteraria”.

 

 

Civiltà bizantina. Una storia millenaria

Giorgio Ravegnani

Carocci, 220 pp., 18 euro

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