Una fogliata di libri
Le sette lune di Maali Almeida
La recensione del libro di Shehan Karunatilaka, edito da Fazi (480 pp., 20 euro)
"È un giorno in cui ti svegli con i postumi di una sbornia e la mente vuota, come succede quasi sempre. Apri gli occhi in una sala d’aspetto sterminata. Ti guardi intorno ed è un sogno e, per una volta, lo sai e sei ben contento di aspettare che finisca. Tutto passa, semplicemente i sogni”. Inizia così il romanzo di Shehan Karunatilaka, vincitore del Booker Prize, intitolato Le sette lune di Maali Almeida. A parlare è il giovane Maali, fotografo di guerra, giocatore d’azzardo e gay clandestino, che all’inizio della nostra storia si sveglia in una sterminata stanza che sembra quasi un gigantesco ufficio visti. Crede di trovarsi nel bel mezzo di un sogno ma non è affatto così: Maali Almeida è morto. Il suo corpo sta affondando nelle acque del lago Beira e lui non ha idea di come ci sia finito, pensa di aver ingoiato qualche pillola di troppo, di trovarsi in qualche brutto trip di Lsd, è ricoperto di fango e al collo ha ancora la macchina fotografica, la sua amata Nikon 3st, “ma l’obiettivo è infranto e il corpo crepato”. Intorno a lui un mucchio di nebbia fumosa e decine di persone che urlano. Ma dove siamo? E come cavolo ci è finito lì? Siamo in Sri Lanka, precisamente a Colombo e il paese è immerso nel caos, tra attentatori suicidi, sicari e squadroni della morte. Maali ricorda di che si trovava in un lugubre casinò di Colombo a bere qualcosa. Poi il buio. “Non ricordi niente, né dolore, né sorpresa. Niente ultimo respiro e nemmeno dove l’hai esalato”. Avrà sette giorni, anzi sette lune, per regolare i conti e soprattutto capire chi l’ha ucciso e per quale motivo. Nel frattempo, qualcuno sta cercando una scatola nera, nascosta da qualche parte, all’interno della quale ci sono una serie di preziosi negativi che ritraggono pezzi grossi del governo e dell’esercito in atteggiamenti equivoci e un sacco di immagini di giornalisti scomparsi e militanti svaniti nel nulla, legati e imbavagliati, morti durante la prigionia. “Se potessi, faresti mille copie di ogni scatto e le incolleresti per tutta Colombo. Forse puoi ancora”.
Romanzo dal profumo dantesco, Le sette lune di Maali Almeida è una lettura formidabile in cui ci si tuffa come fosse una spy story capace di comporre un affresco di un paese controverso e in crisi come lo Sri Lanka dei primi del Novecento. “Ogni civiltà inizia con un genocidio. E’ la regola dell’universo. La legge immutabile della giungla: anche di questa, fatta di cemento. Lo si legge nel movimento delle stelle e nella danza di ogni atomo. Il ricco schiavizzerà il povero. Il forte schiaccerà il debole”.
Shehan Karunatilaka
Le sette lune di Maali Almeida
Fazi, 480 pp., 20 euro
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