Una fogliata di libri
Se il diavolo
La recensione del libro di Gianluca Barbera edito da Polidoro (200 pp., 16 euro)
È un Georges Simenon burbero quello descritto da Barbera nel suo Se il diavolo: nervoso, affronta la vita oscillando fra noia e incontenibile irrequietezza. Non ha una fissa dimora e vive in uno yacht con la moglie; ovunque attracchi e veda una villa, un castello, un casale, immediatamente si adopera per acquistarlo. E’ infatti assai facoltoso: i romanzi, che scrive a ritmi forsennati, vendono bene e lui si dona al mercato senza riserve, così amante dei soldi e degli agi che permettono. Non frequenta i salotti letterari, è lontano dall’ambiente culturale: i romanzetti che scrive e la stessa iniziativa di buttarsi sul poliziesco, questo genere così forte oltreoceano, sono tutti votati a conquistargli la mondanità, con i suoi eccessi e i suoi bagordi. E’ un donnaiolo: infedele alla moglie, conta a migliaia le donne con cui si è unito, per lo più prostitute, le migliori perché più esperte.
Se il diavolo ci restituisce un Simenon al limite della grafomania. Non riesce a stare senza scrivere: scrive purchessia, come preso da una febbre insopprimibile, scrive di notte quando la paura e l’alterazione dell’alcol sono massimi. Un libro dopo l’altro, un libro a settimana scritto tutto d’un fiato senza mai alzarsi dalla sedia: è la gioia degli editori. E dei lettori, per i quali sembra non nutrire alcun rispetto, essendo per lui solo dei boccaloni da conquistare; eppure non manca di documentarsi finemente sulla violenza criminale e sui metodi investigativi per dare lavoro al suo Maigret.
Simenon scrive con un dispendio di energie prostrante: suda, la pressione arteriosa si impenna, perde chili, rischia letteralmente la vita. E, confessa, se non scrivesse la rischierebbe perché gli mancherebbe quell’ossigeno che solo scrivere gli dona. Quando si immerge nei suoi personaggi ne è posseduto fin dentro l’anima: per lui è una questione d’istinto. Ma come fa a essere così produttivo, così ispirato? E se avesse stretto un patto con il diavolo? Non è forse vero che, da giovane, il paziente di un manicomio gli aveva profetizzato il successo al costo di un morto ammazzato per ogni libro che avesse scritto? Simenon attira persino l’attenzione degli investigatori: il realismo delle sue narrazioni sembra ricalcare le scene di delitti avvenuti di lì a poco. Se fosse proprio il diavolo a guidare la sua penna e, chissà, perfino a possedere una sua seconda malvagia personalità? Il libro di Barbera è intrigante, cattura il lettore tanto quanto i gialli dello stesso Simenon.
Gianluca Barbera
Se il diavolo
Polidoro, 200 pp., 16 euro